Attentato alla Concordia: i negozianti chiedono aiuto
Il titolare ancora scosso dall’esplosione dell’ordigno davanti all’agenzia Confesercenti: «Fiducia negli investigatori, ma chi sa aiuti le indagini»
VASTO. Due giorni dopo l’attentato all’agenzia di onoranze funebri “La Concordia”, sui marciapiedi di via Ciccarone ci sono ancora i segni della notte di terrore. I periti hanno lavorato per ore sia all’interno che all’esterno del locale preso di mira da un misterioso attentatore. L’autore del gesto per provocare la deflagrazione ha confezionato una bomba carta. Forse un grosso raudo che si è disintegrato al momento dello scoppio. Gli investigatori hanno alzato sulla vicenda un muro di silenzio. Il titolare dell’agenzia, superato un primo momento di sgomento, si è rimboccato le maniche e ha iniziato a risistemare il locale per poter riavviare subito l’attività. Sulla vicenda è intervenuta ieri il presidente di Confesercenti, Paola Fiore. «Confesercenti ripone piena fiducia nei carabinieri che stanno conducendo le indagini sull’attentato e torna a invocare la tutela dei cittadini e chiede ai cittadini di collaborare», dice la dirigente dell’associazione di categoria.
Le indagini. L’ordigno è stato preparato da mani esperte e con una dinamica che ricorda molti attentati simili avvenuti nelle regioni del Sud. Chi ha organizzato l’attentato ha studiato attentamente luoghi e abitudini. L’autore del gesto ha atteso il momento più adatto per agire. A mezzanotte, non appena ha visto spegnersi le luci delle finestre, ha lanciato la bomba carta contro la vetrina della Concordia. Approfittando del trambusto seguito all’esplosione, si è allontanato dalla zona. I periti hanno redatto un lungo elenco di danni sia nell’agenzia e sia lungo la strada e acquisito diversi indizi.
La vittima. «Sto ripulendo tutto non ho più nulla da dire su quanto accaduto», taglia corto Giosuè Di Donato, titolare dell’agenzia di onoranze funebri. Nessuno dei locali vicini ha la videosorveglianza. E neppure l’agenzia ce lìha. «A questo punto sto seriamente pensando di installarla», dice il commerciante. Vasto non può più farne a meno. Ladri, scippatori, vandali e piromani agiscono ormai con una sfrontatezza che lascia interdetti.
Videosorveglianza. Proprio ieri da Palazzo di città sono arrivate notizie in proposito. L’amministrazione comunale con una nota fa sapere che sono 14 le imprese che hanno presentato una offerta per l’installazione di 37 telecamere. Giovedì scorso sono scaduti i tempi per partecipare al bando. Da ieri le offerte sono al vaglio della commissione comunale che deciderà entro 10 giorni a chi affidare i lavori. Entro otto mesi le zone considerate più a rischio in città dovrebbero essere protette.
Gli appelli. La notizia non è sufficiente a tranquillizzare i residenti di via Ciccarone. «Questo è terrorismo. Serve una risposta altrettanto dura», dice un gruppo di pensionati. Anche il presidente di Confesercenti, Paola Fiore, torna a chiedere interventi per ridare maggiore tranquillità ai cittadini. Molti di loro, talvolta testimoni inconsapevoli di azioni illegali, hanno paura a collaborare con le forze dell’ordine. Temono ritorsioni. Confessano di avere paura. Ogni notte le strade del rione si riempiono di vandali e teppisti. Esattamente come avviene nel centro storico. Ma guai a protestare. «E questo non è giusto», incalza la minoranza consiliare del centrodestra. «A Vasto va ristabilita la legalità e scoraggiato ogni comportamento violento e dannoso per la comunità».
Paola Calvano
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