l'incendio

Auto bruciata nella notte a un giovane di San Salvo

Il mezzo distrutto dalle fiamme in via Montenero, vicino allo svincolo per la Trignina: forse usato per compiere un furto

SAN SALVO. Ad attirare la polizia municipale è stato il forte odore di bruciato. Un’auto Fiat Bravo è stata distrutta dalle fiamme martedì sera, intorno alle 22,30, in via di Montenero, nelle vicinanze dello svincolo per la Trignina. La polizia municipale ha richiesto l’intervento dei vigili del fuoco. Poco dopo sono arrivati anche i carabinieri della stazione di San Salvo. Questi ultimi indagano sull’accaduto. L’auto è di un giovane del posto, descritto come tranquillo e perbene. Improbabile il corto circuito, oppure non era lui la vittima designata. Non è escluso che l’auto possa essere stata usata per compiere un furto o un gesto illegale e poi abbandonata e incendiata per non lasciare tracce. Il proprietario, ascoltato dagli investigatori, non è stato di grande aiuto. Il fatto ha inevitabilmente riportato alla memoria le parole pronunciate una settimana fa dal presidente del tribunale di Vasto, Bruno Giangiacomo. «Venti in otto anni nel Vastese gli incendi a cose, persone, negozi, auto. Una media di un attentato ogni cinque mesi», ha ricordato Giangiacomo riferendosi al clan Cozzolino.

Qualcun’altro, però, ha deciso di imitarlo. Il ricorso al fuoco è sempre più frequente. Tre gli incendi sospetti nell’ultima settimana. Quattro giorni fa è successo al circolo ippico di San Salvo e domenica scorsa a Casalbordino. È successo ancora martedì sera a Piana Sant’Angelo. Nessuno ha visto o sentito qualcosa di strano. L’auto è stata parcheggiata in una zona poco frequentata di sera. È bastato accendere la miccia, il vento ha fatto il resto alimentando il rogo che ha divorato la Bravo. Quando la polizia municipale è arrivata, il rogo aveva già provocato grossi danni. Ieri mattina i mezzi di soccorso meccanici e la polizia municipale hanno rimosso quel che restava della vettura. Ci sono periodi in cui la cronaca ci consegna episodi di grave criminalità che ricordano più le guerre di camorra o di mafia che la tranquilla vita di provincia. Poco importa se si tratta di dispetti o invidia, proprio come l’ultimo inquietante episodio di quattro giorni fa al circolo ippico. Un “vizio”, quello dei roghi, che nel Vastese è divenuto ormai troppo frequente. Lo chiamano il “domino del fuoco”. Riccardo Alinovi e Stefano Moretti dell’associazione Codici e dell’Osservatorio Antimafia hanno chiesto più volte incontri con le autorità preposte. Entrambi hanno sollecitato interventi al ministro degli Interni. Le fiamme divampano in città e nel comprensorio con troppa frequenza. I cittadini chiedono che i sindaci aprano un dibattito su quello che accade senza cercare di minimizzare come avvenuto in passato.

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