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Autoporto terra di vandali

L'impianto resta chiuso e sprofonda nel degrado

SAN SALVO. Da ipotetico volano dell'economia a teatro di bivacchi notturni. L'autoporto di Piana Sant'Angelo continua a sprofondare nel degrado. Per i rappresentanti politici del centrosinistra, la struttura è il termometro dell'attenzione della Regione nei confronti del Vastese. «Ossia 0», dice il consigliere regionale Paolo Palomba (Idv). Ma non è meno rammaricato Antonio Menna (Udc).

«Basta cattedrali nel deserto. Invito tutti i politici del Vastese», sostiene Menna, «a prescindere dal colore politico, ad unirsi per difendere questa terra e i suoi gioielli». 6 settembre 2008: il centro di smistamento merci, una struttura di 83.500 metri quadri, fornita di 48 piazzali per la sosta dei Tir, 2.343 magazzini e 55.250 metri quadri di strade, viene inaugurato in pompa magna. 2 agosto 2010: a quasi due anni di distanza l'autoporto è il ritrovo notturno di vandali e senza tetto.

«I danni non si contano più. I resti dei bivacchi sono ovunque. Ogni giorno si scopre una nuova ferita. Per fare il centro di smistamento ci sono voluti 21 anni e 33 milioni di euro. Di questo passo basterà un altro anno per distruggerlo completamente. Quello che è più grave è che ciò avviene nella totale indifferenza dei rappresentanti regionali del Vastese», accusa il consigliere Paolo Palomba, «non solo il governatore Gianni Chiodi non dà più nulla al Vastese, ci toglie anche ciò che avevamo: strade, ospedali e le strutture al servizio delle industrie».

Non è meno amareggiato il sindaco di San Salvo, Gabriele Marchese (Pd). Il primo cittadino confidava sull'autoporto per il rilancio dell'economia. «E' triste e doloroso assistere alla distruzione di una struttura che potrebbe portare nuova linfa all'occupazione», dice Marchese.

La posizione geografica inserisce l'autoporto al centro di tre grossi agglomerati industriali: Val di Sangro, Piana Sant'Angelo, Punta Penna e Termoli. «Una struttura così, che ha richiesto tanti anni di lavoro e tanto denaro, non può restare abbandonata in un momento di estrema povertà per il Paese. Dov'è l'assessore regionale ai trasporti, Giandonato Morra?», chiede il presidente del consiglio comunale di Vasto, Giuseppe Forte (Pd). «Quando comincerà a realizzare le opere promesse: strade e strutture essenziali per le industrie?».  Non è più tenero il consigliere provinciale Camillo D'Amico (Pd): «L'abbandono dell'autoporto del Vastese è un problema politico. La Regione vuole mettere in funzione prima altre strutture analoghe. In questo modo andiamo incontro ad un futuro indefinito. E intanto l'interporto di Piana Sant'Angelo viene distrutto».

Gli industriali sono pronti alla collaborazione pur di sbloccare la vicenda. Ma anche il consigliere regionale Udc, Antonio Menna, assicura il proprio impegno. «La telenovela deve finire. Il Vastese ha bisogno dell'autoporto. La struttura va aperta. Basta cattedrali nel deserto. Basta perdere tempo aspettando di gestire l'impianto con i privati. In tempi di crisi occorre fare tesoro di ciò che si ha. L'apertura dell'autoporto potrebbe tradursi in decine di nuovi posti di lavoro. Per quanto mi riguarda farò il possibile per ottenere maggiore attenzione da parte della Regione. Non solo per l'autoporto, ma anche per la sanità e la viabilità. E ai politici del territorio dico: dobbiamo stare uniti. Non servono le polemiche, né le accuse reciproche. Combattiamo insieme per la sopravvivenza del comprensorio».

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