Bara bianca e corona per il funerale all’oasi

Punta Aderci, protesta degli ambientalisti contro le centrali a biomasse vicino alla riserva

VASTO. Una bara bianca di cartone, una coroncina di fiori e una scritta “Requiem per Punta Aderci”. È andata in scena domenica mattina sulla spiaggia di Punta Penna il funerale della riserva naturale nata 14 anni fa, nel 1998, e ora minacciata da centrali a biomasse, cementifici ed altri impianti ad alto impatto ambientale.

Il feretro, portato in spalla da Vincenzo Ronzitti , Domenico Ranieri e Lino Salvatorelli, è sfilato lungo la spiaggetta tra gli sguardi incuriositi e sconcertati di centinaia di bagnanti, alcuni dei quali si sono uniti al simbolico corteo funebre. Molti altri sono rimasti sotto gli ombrelloni a godersi la scena. Tra i manifestanti non sono passati inosservati l’avvocato Vittorio Russo, che ha curato il ricorso al Tar del Wwf (respinto dai giudici amministrativi) e l’ex assessore comunale Lucio Ritucci.

La manifestazione, organizzata spontaneamente dal Comitato cittadino per la tutela del territorio, è finita con una catena umana di grande effetto. Tutti mano nella mano per esprimere la loro forte contrarietà a quei progetti che mal si conciliano con l’area protetta e con il parco della costa teatina.

«Non c'è stata una grande partecipazione», tira le somme Salvatorelli, «ma bisogna fare dei distinguo: mentre i vastesi hanno preferito restare a guardare, forse per la paura di esporsi, tantissimi turisti si sono uniti al corteo per protestare, annunciando l’intenzione di non tornare in vacanza a Vasto il prossimo anno se a Punta Penna verranno realizzati centrali a biomasse e cementifici. In ogni caso la mobilitazione continua fino a quando non ci saranno atti concreti sulla destinazione urbanistica di Punta Penna», conclude Salvatorelli.

Nel frattempo proseguono le iniziative già avviate. Domenica sera il Comitato cittadino, in collaborazione con Casa Pound (che si è unita alla protesta), ha raccolto altre firme in piazza Diomede. Obiettivo della petizione, che va ad aggiungersi a quelle organizzate in precedenza, è quello di spronare l’amministrazione comunale ad appellarsi al Consiglio di stato per fermare quei progetti che avrebbero drastiche ricadute sulla integrità della riserva naturale di Punta Aderci. Ma è evidente che alla battaglia giudiziaria va necessariamente affiancata un’incisiva azione politica.

Anna Bontempo

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