Bomba nella ditta di olive: trovato l’accendino

22 Marzo 2014

Fossacesia, l’innesco lasciato sul camion sotto il quale è esploso l’ordigno Il titolare dell’azienda: «Inspiegabile questo accanimento contro di noi».

FOSSACESIA. «Questo accanimento contro di noi è inspiegabile. Non ho mai ricevuto intimidazioni, non ho subìto alcun torto nè io nè tantomeno mio figlio Antonello. Non ricordo discussioni con qualcuno e nemici non ne ho perché vado d’accordo con tutti». A parlare è Domenico Ciccipoppo, capofamiglia dell’azienda alimentare Sangro Food di via Fonte delle Cave, produttrice di olive da tavola. Tre notti fa qualcuno ha fatto esplodere un ordigno rudimentale sotto il cassone di un camion dell’azienda. È il secondo attentato subito in cinque mesi

«La sera avevo disinserito il sistema d’allarme», riprende Ciccopioppo, mentre il dispositivo videosorveglianza, commissionato da tempo, dovrà essere installato la settimana prossima». La ditta è intestata al figlio e alla moglie. Mercoledì scorso, dopo la mezzanotte, un forte boato all’interno del piazzale del capannone dei Cicccocioppo, ha scosso anche Fossacesia centro, che dista due chilometri dalla Sangro Food. Quando la famiglia di imprenditori è scesa in strada, ha trovato il camion Volvo Sh12, custodito nel piazzale di fronte al supermarket Conad, apparentemente integro.

Sull’asfalto vicino al veicolo, tracce di polvere da sparo residue di una bomba carta che ha divelto il portellone laterale del mezzo e incenerito la parte anteriore del camion. Il mezzo aveva subito il danneggiamento della cassa isotermica.

L’attività dell’azienda, che effettua le consegne del prodotto da Genova a Ventimiglia, non si arresta, ma per completare l’attività ora deve far ricorso a un trasportatore. Il furgone, infatti, è sotto sequestro, e secondo una stima, i danni ammonterebbero a circa 10mila euro, più contenuti rispetto a quelli riportati in seguito a un primo attentato messo a segno sempre ai danni della Sangro Food: il 29 ottobre dell’anno scorso. Quella notte di cinque mesi fa, infatti. nel primo capannone, ex Consorzio Agrario, ignoti bruciarono un trattore agricolo e pedane in legno. Le fiamme avvolsero il materiale del deposito e fu evitata la distruzione dell’intera struttura grazie all’intervento di un vicino di casa che si era accorto delle fiamme dando l’allarme. Si parlò di rogo di matrice dolosa. Tesi avvalorata anche dal ritrovamento di una latta di gasolio. Tra i due episodi, potrebbe esserci un collegamento; ieri, infatti, sul cassone del camion è stato trovato un accendino, abbandonato dall’attentatore, forse lasciato lì nella fretta di scappare prima che la fiamma facesse deflagrare l’ordigno.

Le indagini, condotte dai carabinieri di Ortona guidati dal capitano Gianfilippo Manconi sono coordinate dal sostituto procuratore di Lanciano, Rosaria Vecchi.

Linda Caravaggio

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