Bruciato il chiosco-bar davanti alla Sevel

Atessa, striscia di carburante trovata sull’asfalto fino al distributore di sigarette dato alle fiamme. Indagano i carabinieri
ATESSA. In piedi è rimasto solo lo scheletro incenerito. Sotto le pareti, gli infissi, i distributori di bevande e di sigarette non ci sono più, divorati dalle fiamme, divelti quasi da un’esplosione. Il chiosco-bar “Sevel”, il locale adiacente ai cancelli principali dello stabilimento dei Ducato, è stato distrutto dal fuoco. La causa è probabilmente dolosa.
L’incendio è divampato nella notte tra venerdì e sabato, ma il fatto è rimasto sotto silenzio per più di 48 ore. Punto di ritrovo quotidiano per gli operai metalmeccanici, il bar “Sevel” aveva aperto in contrada Saletti ventinove anni fa. Oggi i proprietari, Pietro Simigliani e Concetta Pellicciotta, guardano increduli quel che rimane. Le fiamme hanno risparmiato il bancone del bar e qualche arredo interno, che sono stati recuperati. All’esterno la situazione è desolante: la struttura, di circa 40 metri quadrati e con il tetto in legno, è irrecuperabile e dovrà essere buttata giù. I danni ammontano a diverse decine di migliaia di euro, senza contare i costi di smaltimento come rifiuti speciali. I proprietari, inoltre, non sono coperti da assicurazione.
La dinamica dei fatti di venerdì notte è oggetto di indagine da parte dei carabinieri della compagnia di Atessa. Quando le fiamme sono divampate, intorno alla mezzanotte, i primi a intervenire sono stati alcuni vigilanti della fabbrica, che poi hanno chiesto l’intervento dei vigili del fuoco di Casoli. Nel frattempo, però, le fiamme avevano fatto già gran parte del danno.
In un primo momento i vigili del fuoco hanno indicato la causa del rogo in un corto circuito. Il sabato mattina, però, tornando sul posto i titolari del bar hanno notato una striscia scura sull’asfalto, probabilmente di carburante, che dal piazzale antistante raggiungeva il distributore delle sigarette, che nell’incendio è letteralmente esploso. Vengono richiamati i carabinieri e viene sporta denuncia, contro ignoti. Le indagini sono in corso a tutto campo. I filmati registrati dal sistema di videosorveglianza della Sevel potranno dare qualche indicazione agli investigatori.
L’area tutta intorno al chiosco è stata fatta recintare con teloni scuri, quasi a nascondere alla vista quello scheletro incenerito. Il bar “Sevel” non c’è più, ma è rimasto il via vai dei lavoratori della fabbrica, che portano parole di solidarietà ai proprietari afflitti.
Stefania Sorge
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