C’è un sospettato per l’omicidio di Casalbordino

Agricoltore ucciso: il cerchio degli investigatori si stringe: «Seguiamo una pista precisa»
CASALBORDINO. Il cerchio si stringe. La rosa delle persone sospettate di avere premuto il grilletto contro Gabriele Di Tullio, 54 anni, nelle ultime ore si è ridotta notevolmente. Il sostituto procuratore della Repubblica, Giancarlo Ciani, titolare dell'inchiesta, ieri sera è rimasto fino a tarda ora in Procura per interrogare i sospettati. Uno in particolare è stato ascoltato a lungo. Le bocche degli investigatori però sono serrate. «Stiamo seguendo una pista precisa lavorando alacremente», è la telegrafica dichiarazione del capitano Filippo Manconi, comandante della compagnia dei carabinieri di Ortona. Altro l’ufficiale non dice.
Un prezioso aiuto alle indagini pare lo abbia dato il ritrovamento del proiettile da 5 millimetri esploso dal presunto bracconiere. Il sostituto procuratore Ciani ha nominato un perito balistico, Gianluigi Marino, per esaminare il pallettone e ricostruire la traiettoria del colpo. Esaminati una decina di fucili da caccia, compresi quelli dei fratelli dell’uomo. I risultati delle perizie tuttavia sono secretati. Di sicuro a sparare non è stato il fucile di uno dei fratelli della vittima. «Proprio per questo, per fugare ogni dubbio e accelerare le indagini, i fratelli Di Tullio hanno consegnato spontaneamente i loro fucili», dice l’avvocato Angela Pennetta, legale di Giuseppe Di Tullio, padrone del terreno sul quale è stato trovato il corpo del fratello. «Giuseppe è distrutto. Nè lui nè i suoi fratelli si aspettavano una simile tragedia. Ora si affidano ai carabinieri affinchè venga fatta al più presto chiarezza», aggiunge l’avvocato.
Sulla terra del vigneto sono state trovate diverse impronte di scarpe. Anche queste sono state accuratamente controllate. «Chiunque sia stato non può essere chiamato cacciatore», tengono a sottolineare i soci dell’Atc, l’Ambito territoriale di caccia del Vastese. «La caccia è uno sport. Ha regole precise ed è disciplinata dalle leggi in materia e dal calendario venatorio. Questo non è periodo di caccia. È vietato cacciare. Chi ha imbracciato il fucile contro Gabriele Di Tullio è un bracconiere, una persona che danneggia l’immagine della nostra associazione e i cacciatori. Fa solo del male a chi paga regolarmente le tasse e si comporta correttamente».
Anche gli iscritti all’Ambito territoriale di caccia del Vastese, lanciano un appello e auspicano che gli investigatori riescano a risalire già dalle prossime ore alla persona che domenica sera ha premuto il grilletto contro un essere umano lasciando che morisse dissanguato.
Un particolare questo confermato dall’autopsia eseguita dal medico legale, Pietro Falco. Di Tullio poteva essere salvato. A questo punto l’ipotesi di reato formulata dalla magistratura, forse ancora per poco contro ignoti, è di omicidio colposo e omissione di soccorso.
Paola Calvano
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