Carichieti, si dimette l'autista-politico

Domenico Di Fabrizio lascia la banca dopo 35 anni, il suo addio è stato formalizzato al commissario Sora
CHIETI. Ore 10.30, Domenico Di Fabrizio varca la soglia della stanza del commissario Sora. Dopo 35 anni in Carichieti l'autista-politico, descritto come uomo potente all'interno della Banca commissaria da palazzo Koch, consegna le sue dimissioni a Riccardo Sora, il commissario nominato da Bankitalia per rimettere a posto i conti e la governance della cassa teatina di via Colonnetta. Pochi oggetti, una valigetta 24 ore, agende e un fascicolo di carte: Di Fabrizio esce dalla cassa di risparmio e mette tutto in un'utilitaria.
A chi all'ingresso gli chiede un commento lui risponde: «Sono stato solo un autista di questo istituto. Non nascondo l'emozione di lasciarlo, do un abbraccio a tutti i colleghi e le colleghe». Di Fabrizio, in realtà, secondo il rapporto che il governatore di Bankitalia, Ignazio Visco, il 2 settembre scorso ha inviato al ministro dell'Economia e Finanze Pier Carlo Padoan, avrebbe avuto un ruolo determinante sulle scelte dell'istituto teatino commissariato, a punto tale che il suo nome ricompare negli ultimi due rapporti ispettivi di Bankitalia. Dimessosi per motivi di salute, poco meno di due anni fa, e con una buona uscita di 120mila euro, l'autista-politico risultato il più votato alle ultime elezioni comunali, viene poi riassunto, in deroga al blocco delle assunzioni, grazie a un accordo sindacale siglato 24 ore prima, l'improvvisa fuoriuscita dalla banca dell'ex presidente Tito Codagnone, sostituito da Mario Falconio.
E su questo episodio che però gli ispettori della banca centrale sollevano grosse perplessità, in particolare contestano a Falconio e al dg Roberto Brolli di non aver detto la verità sulla data dell'accordo sindacale che aveva permesso la riassunzione di Di Fabrizio. Impegnato su doppio fronte, banca e politica, l'ormai ex autista ha deciso di prendersi un periodo di riflessione anche per quanto riguarda il suo impegno politico. Un altro capitolo è quello del dg Sbrolli, finora risparmiato dalla “mannaia” della Banca d'Italia che ha mandato a casa cda e revisori dei conti di Carichieti. Il direttore generale, in ferie forzate da ieri, sta decidendo in queste ore il suo futuro. Ma non è detto che esca subito di scena.
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