Carichieti, Sora sventa la fuga dei clienti

Primo giorno con tensione palpabile: agli sportelli un imprenditore esulta e un operaio licenziato scoppia in lacrime
CHIETI. Tra i clienti non scatta la psicosi dei risparmi svaniti. I correntisti di Carichieti non fuggono dalla banca. Il primo giorno di commissariamento non si trasforma in una Caporetto o in un 8 settembre. A decine si presentano agli sportelli della Cassa ormai amministrata dal commissario di Bankitalia, Riccardo Sora. E in banca si consumano scene anche eclatanti.
Prima fra tutte, l’ingresso trionfale di un noto imprenditore di Chieti Scalo che si piazza al centro della sala ed esclama: «Finalmente da oggi iniziamo a lavorare bene!». Oppure il pianto di un operaio licenziato che ha sfogato le sue paure all’impiegato di fronte a sè: «Ho già perso il mio lavoro alla Burgo», ha detto in lacrime, «come farò se perdo anche i miei risparmi? Non dormo da due notti. La prego mi faccia capire che cosa accadrà». Nel primo giorno di Sora che dalle 8,30 di ieri occupa la stanza dei bottoni all’ottavo piano delle sede di via Colonnetta, gli impiegati si sono ritrovati a fare da padre, madre e psicologi ai correntisti che chiedevano rassicurazioni per i loro risparmi, i libretti e i certificati di deposito.
«Sono venuti in tanti ma nessuno, per quanto mi riguarda, ha deciso di riprendersi i soldi», racconta un dipendente di Carichieti che chiede di restare anonimo. «Erano addolorati per il commissariamento e preoccupati per i loro risparmi. Ho ascoltato ciascuno di loro ed ho risposto che nessuno corre rischi perché l’attività della banca prosegue e, nella peggiore delle ipotesi, conti corrente, libretti e certificati di deposito sono coperti dal fondo interbancario fino a 100 mila euro».
Carichieti supera così la sua prima “prova del 9” ma questa mattina se ne consumerà subito un’altra che guarda al futuro. Ben 14 associazioni di categoria scendono in campo per difendere la territorialità della banca. Dicono no al rischio di una colonizzazione dell’istituto e provano gettare le basi di un’idea di salvataggio da proporre al commissario Sora.
L’iniziativa coinvolge Chieti e Pescara al di là di ogni campanilismo ed ha un peso politico rilevante. Le associazioni Confindutria, Confcommercio, Cna, Confartigianato, Coldiretti, Cia, Casartigiani, Confcooperative, Confimi Abruzzo, Upap Clai, Adiconsum, Arco e Adoc, hanno scelto la sede degli industriali pescaresi, in via Raiale, per dare il primo segnale di sinergia e dialogo con il commissario di Bankitalia. La scelta non è casuale: i presidenti di Confindustria di Chieti e Pescara, Paolo Primavera ed Enrico Marramiero, sono anche componenti rispettivamente dei comitati d’indirizzo delle Fondazioni Pescarabruzzo e Carichieti. Sarà presente anche il sindaco di Chieti. Superato ogni ostacolo campanilistico e politico, Umberto Di Primio, dichiara: «Non sarà il funerale di Carichieti ma il battesimo di una nuova idea». Che è quella di salvare la banca con una soluzione locale attraverso la cessione di quote della Fondazione Carichieti. Ma è un’idea sostenibile? Ha i presupposti della concretezza? Oppure parlarne oggi è intempestivo?