Casalbordino, operaio ucciso dalla fucilata figlie e fratelli parti civili

Si costituiranno parte civile nel procedimento penale contro F.T., 60 anni, per la morte di Gabriele Di Tullio, 54 anni, ucciso il 30 luglio con un colpo di fucile
CASALBORDINO. I familiari di Gabriele Di Tullio, 54 anni, ucciso il 30 luglio con un colpo di fucile da un conoscente, F.T., 60 anni, si costituiranno parte civile nel procedimento penale a carico del presunto uccisore. Lo ha confermato l’avvocato Pompeo Del Re, incaricato di assistere Francesca, 24 anni, e Angelica, le due figlie della vittima; Maria, la sorella maggiore di Gabriele, e i fratelli Alfonso e Donato. Vista la delicatezza della vicenda e la loro comprensibile costernazione di fronte al grave lutto che li ha colpiti, i Di Tullio hanno deciso di non rilasciare più alcuna dichiarazione su chi ha procurato loro tanto dolore .
«La loro costituzione di parte civile è un modo per chiedere che venga fatta giustizia. A loro non importano certo i soldi. Nessuno potrà mai risarcire Francesca e Angela di quello che hanno perso», spiega l’avvocato Del Re.
Oggi, in particolare, è un giorno molto doloroso. Il 7 agosto 2005, esattamente sette anni fa, dopo una dolorosa malattia morì la moglie di Gabriele Di Tullio. L’uomo si ritrovò a dover crescere due figlie, una di diciassette anni, l'altra di otto. Ci è riuscito benissimo. Francesca si è laureata, Angelica è una brava e studiosa ragazza. Il padre ogni anno il 7 agosto portava le sue figlie a pregare sulla tomba della mamma. Oggi dovranno pregare da sole entrambi i genitori.
«È davvero straziante», dice una vicina di casa. «La morte del padre è stato un colpo durissimo per entrambe». Sul fronte giudiziario le indagini proseguono anche dopo la confessione di F.T. Il proiettile che ha ucciso Gabriele Di Tullio è stato affidato dalla Procura ad un perito. Al momento non è dato sapere se il difensore di F.T. , l’avvocato Giovanni Cerella, ha deciso di nominare un perito di parte. Il sessantenne dal giorno della confessione si è chiuso in un ostinato riserbo. «Sta ancora molto male», assicura l’avvocato Cerella. «Lui conosceva la vittima ed era molto amico di Alfonso, il padrone del terreno sul quale è avvenuta la tragedia. Non è un assassino e non riesce a dimenticare l’ombra di Gabriele Di Tullio che si accascia colpita a morte», assicura il legale.
Intanto dal giorno dell’omicidio, contestualmente ai controlli avviati dai carabinieri, pare sia diminuita la presenza di bracconieri nella campagne di Casalbordino.
I residenti confermano di non udire più gli spari. L’auspicio di tutti, e soprattutto della forestale e delle guardie volontarie del Wwf, è che la Provincia riesca a trovare un modo per contenere e contrastare il fenomeno. (p.c.)
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