Chieti: ecco chi era Antonio, il morto che firma per D'Alfonso

4 Maggio 2014

Antonio M., deceduto un anno fa, finisce tra i sottoscrittori della Civica “Regione Facile” di Monaco, Di Paolo e Bongarzoni

CHIETI. Si chiamava Antonio M., aveva 76 anni quando è morto il 20 maggio del 2013. Ma tra il 17 aprile scorso, giovedì santo, e il 24 aprile, il suo nome è comparso tra i 1.925 sottoscrittori della lista civica “Regione Facile” che appoggia il candidato presidente di centrosinistra, Luciano D’Alfonso.

E’ la lista del chirurgo Giuseppe Bongarzoni, l’ex vicesindaco di Chieti, Bruno Di Paolo e l’ex assessore provinciale, Alessio Monaco. Una lista di peso e di voti, dice D’Alfonso, ma che ora si ritrova al centro di un caso elettorale.

Ieri mattina, la pm, Lucia Campo, ha formalmente aperto un’inchiesta per falso, per ora presunto, iscrivendo nel registro la notizia di reato che, due giorni fa, è stata depositata in procura dalla comandante dei vigili urbani, Donatella Di Giovanni. A quest’ultima si era rivolta la funzionaria dell’ufficio elettorale del Comune di Chieti che, durante la verifica della validità dei nomi dei sottoscrittori di “Regione Facile”, ha scoperto la firma di un morto. A presentare la lista in Comune è stato il consigliere Alessandro Giardinelli che, interpellato dal Centro, ha confermato che «le firme per la lista dei candidati consiglieri e del candidato presidente sono state raccolte dal 17 al 24 aprile nelle sede elettorale di Alessio Monaco che si trova nel “Nuovo Albergo” a Chieti Scalo. Ma io», ha aggiunto, «ho verificato e quindi autenticato solo una piccola parte di quelle firme, andando anche a cercarle in casa di persone amiche. Il grosso è stato autenticato dal consigliere Gianni Di Labio. Quando però le ho consegnato le firme all’ufficio elettorale del Comune mi era sembrato che tutto fosse in regola. Dall’ufficio, infatti, mi hanno restituito il certificato che attestava l’iscrizione nelle liste elettorali dei sottoscrittori della lista». Ma la versione data dal Comune è diversa: la presenza di una firma riferita a un defunto è stata subito riscontrata dal computer che, come accade in questi casi, «segnala con tre asterischi la firma non valida». Questa irregolarità, insieme ad altre riferite però a firme doppione, cioè della stessa persona, scoperte su fogli diversi della lista, ha spinto la funzionaria a un controllo a tappeto e alla segnalazione della notizia di reato.

Perché è reato? Il consigliere comunale chiamato a svolgere funzione di notaio nel momento della sottoscrizione della lista ha il compito di accertare se il cittadino che ha davanti a sè è la stessa persona del documento d’identità. In questo caso - concludono dal Comune – il numero della carta d’identità corrisponde ad Antonio M. che, dopo una vita all’estero da emigrato, è tornato a Chieti, lavorando come artigiano in una frazione alle porte della città. Dove è morto nel 2013. D’Alfonso non commenta, delega Claudio Ruffini (organizzatore delle sue civiche) a farlo: «Se il fatto è vero non ha incidenza sulle procedure della lista. Chiunque lo ha commesso se ne assumerà la responsabilità». Punto e basta.