allerta terrorismo

Chieti, il jihadista espulso lavorava al mattatoio, due indagati

Avviso di garanzia del pm Ponziani ai datori di lavoro del marocchino che inneggiava alle stragi: ha ingannato Inps e gestori del mattatoio con il kit postale

CHIETI. Ibrahim il marocchino, espulso dall’Italia su decreto del ministro Alfano, ha messo nei guai anche il suo datore di lavoro che gli pagava stipendio, contributi Inps, ferie e malattie. Era assunto, con tutti i crismi, al mattatoio di Chieti, Ibrahim El Mansoury, 37 anni, sposato e padre di due figli piccolissimi. Era assunto da clandestino ma nessuno se n’era accorto. Il suo permesso di soggiorno che ripubblichiamo oggi, rilasciato dalla questura di Chieti il 17 giugno 2015, non sana il passato perché il marocchino che inneggiava alla guerra santa ha ingannato per quattro anni l’Inps, l’ispettorato del lavoro, il consulente della cooperativa del mattatoio e l’azienda.

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Come ha fatto? Per quattro anni ha ripresentato la stessa ricevuta dell’ufficio postale, cambiando la data, che certificava che il permesso era in fase di rinnovo. Sono due i modi per rinnovarlo. Ci si può rivolgere alla questura, ma Ibrahim si è ben guardato dal farlo. Oppure spedendo la documentazione con il kit postale. In quest’ultimo caso fanno fede la ricevuta delle poste con il codice a barre ed il vecchio permesso. E’ come dire: io il permesso l’ho richiesto e, salvo il buon fine, questa è la prova che l’attesta. Per quattro anni, il marocchino espulso perché inneggiava alle stragi e alle decapitazioni dell’Is, ha fatto così. Ingannando innanzitutto l’Inps, quindi gli ispettori del lavoro e a seguire chi gestisce la coop dei macellatori teatini che ogni anno, dal 2011 fino al 2014, gli ha rinnovato il contratto di lavoro fidandosi delle ricevute mostrate.

Cadere nell’inganno non è difficile perché non c’è alcuna possibilità per le aziende, ed i propri consulenti fiscali, di avere accesso agli archivi della questura. Ma a novembre scorso l’Ispettorato del lavoro scopre tutto. E’ la Digos di Chieti ad attivare il controllo. Ed è la Direzione territoriale del lavoro Chieti-Pescara, area vigilanza 2, a rimettere un rapporto al pm Marika Ponziani che apre un fascicolo e manda un avviso di garanzia a uno dei responsabili del mattatoio «perché occupava alle dipendenze della cooperativa il lavoratore extracomunitario Ibrahim El Mausoury privo di permesso di soggiorno dall’8 febbraio del 2011 al 13 febbraio 2014». Ad indagare sono stati gli ispettori Vincenzo Conti e Ilaria Serraiocco.

Il marocchino che si dichiarava imam e predicava per fare proseliti, è lontano dall’Italia. Da tre giorni è a Tit Mellil (Casablanca), dopo il decreto di espulsione del ministro Angelino Alfano messo in esecuzione dal questore Vincenzo Feltrinelli. Ma l’inchiesta sul posto di lavoro dato al clandestino è ancora aperta nonostante gli inganni di Ibrahim.