Chieti, muore Gabriele Zuccarini: fondò la Casina dei Tigli

L’imprenditore aveva 92 anni. L’addio alle 10 a San Francesco da Paola. Il figlio Massimo: «Calmo e riflessivo ci ha insegnato come si realizza un sogno»

CHIETI. Il primo giorno di apertura del bar, nel 1950, entrò solo un cliente. Per il caffè. Lui non si scoraggiò. Andò avanti per la sua strada convinto che quel piccolo locale immerso nella villa comunale avrebbe, prima o poi, conquistato il cuore dei teatini. E così è stato.

Gabriele Zuccarini, il fondatore della mitica Casina dei tigli se n’è andato a 92 anni lasciando in eredità alle generazioni future molto più di un bar-pizzeria e ai suoi figli un importante insegnamento: il passaporto per trasformare i sogni in realtà è credere con determinazione in se stessi. «Mio padre era un uomo calmo e riflessivo» racconta commosso il figlio Massimo, direttore commerciale della Cantina Madonna dei Miracoli di Casalbordino «ma molto determinato. Del resto se non avesse avuto il coraggio di andare avanti anche quando la strada era tutta in salita, e parlo degli anni della ricostruzione dopo la Seconda guerra mondiale, la Casina dei tigli avrebbe avuto breve vita». Zuccarini, invece, intuì subito l’importanza strategica di quel luogo. «Fu lui a inventarsi quel nome: una piccola casa tra i tigli profumati» aggiunge il figlio.

Don Gabriele amava il suo lavoro e portava avanti il locale con passione ed energia. «Rilevò il locale nel 1950, ma il primo giorno di chiusura settimanale,e solo perché la legge lo impose, fu nel 1963, dopo 13 anni di ininterrotta attività. Per lui non esistevano domeniche, Natale, Pasqua. La Casina dei tigli era sempre aperta».

Un punto d’incontro irrinunciabile per almeno quattro generazioni. Fin da quando, negli anni Trenta, prima di diventare meta di ristoro, fu teatro all’aperto dove d’estate andavano in scena opere liriche e concerti. Fu la programmazione di una sorta di Expo teatino nella primavera del 1950 ad accendere la lampadina delle idee a Gabriele Zuccarini. L’evento avrebbe messo in vetrina i prodotti artigianali del territorio e avrebbe portato in città tantissimi visitatori. «Nacque così a mio padre l’idea di creare alla villa comunale, location della Fiera, un punto di ristoro». Singolare anche la storia della sua costruzione. Ad occuparsene fu il geometra Vincenzo Marcantonio, alias “In tecnicolor” (perché amava vestirsi con colori sgargianti) che creò un piccolo capolavoro architettonico in una settimana. Un tempo record che stupì tutti: per primo il gestore al quale il Comune aveva affidato la struttura per 50 anni. Quello fu il decollo, anche se un po’traballante della storica Casina dei tigli. Meta preferita dei giovani degli anni Sessanta e Settanta. Tempio pagano per imbastire elettrizzanti storie d’amore e d’amicizia immersi nelle note calde regalate dal jukebox. Inebriati dalla fragranza irresistibile dei panzerotti e delle pizzette più gustose della città. «Negli anni Settanta» prosegue Massimo Zuccarini «non c’era la tecnologia di oggi e i giovani, per incontrarsi, dovevano per fora uscire di casa. E il locale che ha fondato mio padre» dice con un velo d’orgoglio il figlio «è stato per molti come una seconda casa». Un luogo magico che Gabriele Zuccarini ha curato fino al 1989. A piangere la scomparsa del fondatore della Casina dei tigli sono la moglie Marisa e i figli Massimo e Viviana. Oggi, alle 10, nella chiesa di San Francesco da Paola, l’ultimo saluto della città all’illuminato imprenditore che ha regalato a Chieti l’emozione di un sogno diventato realtà.