Chieti, picchia due volte la madre per i soldi: arrestato 

In manette un 33enne: in poche ore si scaglia a ripetizione contro la donna. Scatta l’accusa di rapina e maltrattamenti

CHIETI. Picchia la madre per avere soldi e la rapina due volte nel giro di poche ore. Rocco Elia Vecera, teatino di 33 anni, è stato arrestato e rinchiuso in carcere dai carabinieri. L’uomo era già ai domiciliari per tentata estorsione, ma mercoledì il tribunale ha deciso di aggravare la misura cautelare dopo l’ennesima denuncia per maltrattamenti in famiglia e rapina.

Per ricostruire la vicenda, avvenuta a Chieti Scalo, bisogna tornare indietro al 5 novembre. È ora di cena quando, stando alla ricostruzione dell’accusa, la donna di 51 anni viene aggredita dal figlio, che ha problemi di tossicodipendenza. Qualcuno telefona al 112, segnalando l’aggressione in corso, e sul posto si precipita una pattuglia del nucleo operativo e radiomobile di Chieti, al comando della tenente Maria Di Lena. I carabinieri trovano la vittima all’ingresso del palazzo in cui vive: è spaventata e presenta vistosi lividi.

Dagli accertamenti emerge che la donna era stata picchiata dal 33enne, che gli aveva portato via 50 euro impedendole anche di uscire di casa. Quando gli investigatori salgono nell’appartamento, il giovane fa resistenza: appare fuori di sé e, almeno all’inizio, si rifiuta di seguire i militari. Dalla successiva perquisizione, spunta fuori la banconota appena rapinata: aveva tentato di farla franca nascondendola nelle mutande. L’indagato viene portato in caserma e, dopo la denuncia a piede libero, può tornare a casa. Prima di mezzanotte, però, si scaglia ancora una volta contro la madre, riuscendo ad arraffare circa 300 euro e procurandole altre contusioni. Anche stavolta è necessario l’intervento dei carabinieri. La 51enne non formalizza la denuncia, ma l’inchiesta scatta d’ufficio considerando la gravità dei fatti.

A questo punto la Procura segnala l’episodio al tribunale di Chieti, che decide di applicare la misura della custodia cautelare in carcere perché è concreto il rischio che l’indagato possa commettere nuovi reati.

Non è la prima volta che Vecera finisce in manette. Lo scorso 2 luglio, secondo gli investigatori, il 33enne ha ospitato un transessuale in casa per farlo prostituire, poi ha preteso che gli consegnasse parte dell’incasso “sequestrando” alla vittima anche il cellulare.  Con il passare dei minuti, la situazione sarebbe degenerata fino a quando Vecera avrebbe impugnato un coltello, brandendolo davanti al volto del 27enne. Quest’ultimo ha raccontato di aver alzato il braccio, nel tentativo di difendersi, rimanendo ferito. Poi è scattato l’allarme e sul posto sono arrivati i carabinieri, che hanno arrestato Vecera per tentata estorsione. Per questo episodio il 33enne è sotto processo: difeso dall’avvocato Marco Zanna, nega ogni accusa.
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