Chieti, un anno di reclusione al vandalo dello spray

Scritte offensive sulle pareti del Santissimo Crocifisso in piazzale Marconi. Patteggia la pena il giovane scalino che ha deturpato il luogo di culto

CHIETI. Si firmava con lo pseudonimo “Gomez”, un marchio di fabbrica che rendeva riconoscibile le sue frasi ingiuriose contro politica, stato e forze dell’ordine lasciate in giro per la città e, in particolare, sulle mura della chiesa del Santissimo Crocifisso in piazzale Marconi allo Scalo. Ribellione giovanile finita male, perché la polizia è riuscita a risalire a lui e ieri mattina il ventiquattrenne scalino Mattia Galliani ha patteggiato la pena di un anno davanti al giudice Isabella Allieri e al pm Gianfranco Ciani. Assistito dall’avvocato Antonella Dragani, il giovane ha dovuto rispondere del reato di “deturpamento e imbrattamento di cose altrui” e dell’evasione degli arresti domiciliari. L’episodio per il quale è stato incastrato, infatti, risale al 3 agosto del 2015, quando il ragazzo avrebbe dovuto restare agli arresti domiciliari a casa sua. Domiciliari che si era beccato a causa di una rapina ai danni di una donna commessa qualche mese prima. Ma la notte del 3 agosto, a stare alle ricostruzioni degli agenti della questura, fu piuttosto turbolenta per il giovane scalino. Secondo quanto accertato dalla polizia, Galliani violando i domiciliari, calato il sole è andato in piazzale Marconi e ha buttato giù una serie di scritte oltraggiose sul muro laterale della chiesa. Il primo pensiero riguardava la crisi, che sarebbe solo “inventata”, "oggi più di ieri". La seconda frase affermava l'odio nei confronti di "polizia, caramba, politica, Vaticano e finanza". Poi un'accusa diretta allo Stato, che "succhia", e infine, sempre a proposito della crisi, la tesi per cui sarebbe stata "inventata dai politici". Qualche ora più tardi il giovane si è messo di nuovo nei guai. Una telefonata ha segnalato alla polizia una discussione accesa in via Amiterno e, all'arrivo della pattuglia, i poliziotti hanno trovato proprio Galliani che se l'è presa pure con gli agenti. Il giovane è stato condotto in questura e arrestato.

Ci sono anche altri episodi di scritte con la firma Gomez. Quella che ha fatto più parlare attirando l’attenzione dei frequentatori di piazzale Marconi è stata realizzata circa un anno prima, a fine novembre del 2014. Sempre con il favore della notte, il giovane aveva lasciato una “dedica”, questa volta molto più grande e plateale, sulla facciata principale della chiesa del Santissimo Crocifisso. Sfruttando doti da equilibrista, si era arrampicato sopra il portone principale della chiesa e aveva sfruttato l’ampia facciata in tutta la sua larghezza per lasciare i soliti pensieri sulla crisi, “parola inventata dai politici per coprire i loro stipendi”. C’era infine un eplicito suggerimento alla rivolta e la solita firma Gomez.

A differenza delle scritte sul muro laterale, più piccole e in posizione più nascosta, la grande scritta sulla facciata principale della chiesa, non rimase a lungo al suo posto. Il parroco, don Gino Marino, riuscì a farla sparire nel giro di pochissimo tempo e a ridare dignità al luogo di culto.