EX CARICHIETI

Chiudono 20 filiali, timori per il personale 

Ubi Banca presenta il piano industriale dopo l’acquisizione dell’istituto teatino. Ufficializzati tremila esuberi nel gruppo. Macroarea tra Marche e Abruzzo 

CHIETI. Sarà una riorganizzazione da lacrime e sangue. Tradotta in numeri: 20 filiali da chiudere per il brand finora ex Carichieti - la mannaia potrebbe riguardare gli sportelli della banca situati fuori regione - 3.013 dipendenti in meno in tutto il gruppo, forse 1.500 unità nelle tre bridge bank ex Carichieti, ex Banca Marche ed ex Etruria. È quanto è scritto nel piano industriale di 8 pagine che ieri mattina i vertici dell’istituto di credito bergamasco hanno inviato alle organizzazioni sindacali abruzzesi. Con questo atto, in sostanza, si apre la procedura prevista dal contratto di categoria dal momento che è in corso la riorganizzazione dell’istituto di credito e le organizzazioni sindacali sono chiamate all’esame e alla discussione del documento. Una procedura dovuta, insomma.
Nel piano è indicato il processo d’integrazione varato dai manager della banca per arrivare entro febbraio 2018 ad avere un’unica azienda che rappresenti tutto il marchio Ubi Banca. In questi mesi di attesa, l’ex Carichieti si chiamerà sulla carta Banca Teatina anche se si tratta di una denominazione del tutto provvisoria com’è facile desumere dai cartelli apparsi sulla sede centrale dell’istituto di credito, in via Colonnetta, a Chieti, dove campeggia soltanto la scritta Ubi Banca.
La riorganizzazione nasce dalla necessità di portare a termine il piano di acquisizione delle tre banche locali generando economie di scala gestionali e amministrative nonché la creazione di un unico sistema informatico. Nel documento inviato ai sindacati è descritto che nasceranno 7 macroaree e una vede insieme Marche e Abruzzo. Saranno create 48 direzioni territoriali delle quali pare almeno due tra le due regioni. Il documento in questione dovrà essere discusso tra azienda e organizzazioni sindacali entro la prossima settimana con il coinvolgimento dei rappresentanti nazionali delle forze sociali. Quel che è certo è che si parla comunque di numeri complessivamente importanti con la chiusura di 20 filiali che erano nel perimetro della Nuova Carichieti - forse anche qualcuno di fuori regione - con operazioni in tempi anche abbastanza rapidi per contenere i costi. Tutto il gruppo dovrebbe passare da 22.518 dipendenti (a dicembre scorso) a 19.505. Una riduzione di personale consistente, dunque.
«Stiamo studiando le ricadute di queste decisioni sul nostro territorio», spiega Francesco Trivelli, coordinatore regionale Fisac-Cgil. «È vero che in questa lettera-informativa ci dicono che si passa da un modello di filiale vecchia maniera a un nuovo modello di banca con filiali di nuova concezione proiettando l’istituto di credito verso la modernizzazione. Ma questo passaggio repentino ci preoccupa. Per ora leggiamo le carte e faremo le opportune valutazioni con i nostri rappresentanti sindacali nazionali. Saranno comunque giornate calde per una trattativa che si annuncia dura. Alla fine del percorso tireremo le somme».
Intanto l’ex Ad di Carichieti, Felice Delle Femine, è diventato nuovo direttore generale alla Banca di credito cooperativo di Torre del Greco. Salernitano, 59 anni, Delle Femine aveva iniziato la sua carriera nel 1977 nel Credito Italiano. È stato, tra l’altro, responsabile Country development&value optimization Italia e Regionale manager sud Italia di Unicredit Spa.
©RIPRODUZIONE RISERVATA