Croce trasferito in una comunità
Il presunto armiere accusato da Cozzolino fuori dal carcere
VASTO. Dopo quattro mesi di carcere per Lino Croce, il presunto “armiere" dell'associazione di stampo camorristico arrestata a febbraio dalla Dda nel corso dell'operazione "Adriatico", a seguito delle rivelazioni del collaboratore di giustizia Lorenzo Cozzolino, si sono aperte le porte del carcere di Terni. Il difensore dell'indagato, l'avvocato Fiorenzo Cieri ha ottenuto il trasferimento di Croce in una comunità per motivi di salute. Lino Croce è una delle figure di spicco dell'operazione Adriatico. Nel 2004 avrebbe accompagnato Cozzolino ad un agguato armato e a novembre 2005 avrebbe danneggiato l'abitazione di una donna esplodendo colpi di pistola. Le persone coinvolte nell'operazione "Adriatico" coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia dell'Aquila furono 31. Ottantaquattro gli indagati. Nel dossier di 400 pagine alcuni capitoli raccontano episodi sconcertanti attraverso le rivelazioni del pentito che abbracciano un arco di dieci anni. Davanti a quel racconto anche i più scettici hanno dovuto convincersi che la camorra era riuscita a mettere radici nel Chietino.
Il passaggio più inquietante riguarda la disponibilità delle armi. Il clan ne aveva a iosa. Diversi gli attentati.
L'avvocato Cieri , come tutti i difensori degli indagati contestano gli arresti avvenuti per colpe già pagate e risalenti a molti anni fa. Eccezioni che hanno contribuito a far riavere la libertà a Lino Croce che ora in comunità potrà essere curato a dovere.(p.c.)
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