De Cecco, il macchinario era difettoso

Incidente mortale nel pastificio, il parere tecnico del consulente

ORTONA. Ancora molte le zone d'ombra nell'incidente sul lavoro di cui lo scorso 30 agosto al pastificio De Cecco di Villa Caldari fu vittima Massimiliano Bucci. E non si esclude a questo punto il ritorno di periti e avvocati allo stabilimento, per un secondo esame sul macchinario del reparto confezionamento in cui trovò la morte l'operaio 39enne di Orsogna.

Il secondo sopralluogo sul finire di settembre (il primo sulla macchina dell'infortunio, mentre in precedenza era stato ispezionato un macchinario analogo ma in perfetto stato di funzionamento) ha rivelato un'avaria che potrebbe essere stata fatale.

Si tratta della spina di sicurezza incorporata nello sportello in cui Bucci aveva infilato la testa, dispositivo che risultava disattivato secondo quanto è emerso nel sopralluogo del perito, l'ingegner Gianfranco Di Giovanni nominato dalla pm titolare dell'indagine, Lucia Anna Campo. Quella macchina era dunque pericolosa, dettaglio confermato da un cartello di pericolo affisso sul pannello dei comandi, acquisito agli atti e su cui si legge «Attenzione sicurezza sportello esclusa-Fermare la macchina prima di aprire». Eppure era a quell'allestitrice di scatole in cartone per la pasta all'uovo che Bucci stava lavorando al momento dell'incidente. Elemento inquietante è anche lo stato del caricatore delle fustelle di cartone, che risultava pieno come accade quando il macchinario è in normale funzionamento.

Con il terzo sopralluogo si dovrebbe procedere a una simulazione con elemento umano, un esperimento che dovrebbe accertare se Bucci poteva azionare il fermo di emergenza della macchina, un pulsante rosso posto su un pannello di comando a destra dello sportello di ispezione in cui il braccio della confezionatrice ha ucciso l'operaio con un colpo secco alla testa. La simulazione tende anche a escludere la presenza di una seconda persona sullo scenario dell'incidente, particolare che se confermato aprirebbe invece nuove prospettive all'indagine.

Tra poco più di un mese scade il termine dei 60 giorni concordato per il deposito della perizia in procura. Nei prossimi giorni Di Giovanni e i periti delle parti riceveranno l'esito dell'autopsia, referto che servirà alla ricostruzione della dinamica dell'infortunio. Ma il capitolo decisivo lo scriveranno le risultanze delle testimonianze rese da chi era in reparto quel giorno e dai responsabili dello stabilimento a ogni livello. Allora sarà possibile capire perché Bucci stava lavorando su un macchinario che per avaria accertata avrebbe dovuto essere fuori servizio.

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