Delitto Calvi, sono due gli indagati

Omicidio preterintenzionale e furto aggravato i reati ipotizzati dalla procura
CHIETI. Gli avvisi di garanzia emessi dalla procura della repubblica di Chieti legati all'omicidio Calvi, avvenuto nel 2006, sono due: uno ipotizza il reato di omicidio preterintenzionale e l'altro il furto aggravato. E sono stati firmati un paio di settimane fa. Sono due, quindi, i personaggi di Chieti sotto la lente di ingrandimento della squadra mobile della polizia. Persone molto legate tra di loro. Già interrogate ed entrambe decise a negare ogni tipo di coinvolgimento nella vicenda. Gli avvisi di garanzia sono stati emessi contestualmente alla perquisizione nell'abitazione avvenuta a metà mese. Gli inquirenti sono a caccia di riscontri. Stanno seguendo una pista da tempo e questi sono giorni decisivi per lo sviluppo delle indagini. Tanto che ieri mattina c'è stato un summit tra la polizia e il sostituto procuratore della repubblica, Giuseppe Falasca.
Hanno fatto il punto della situazione e valutato le mosse da fare. A quanto è dato sapere gli inquirenti hanno degli indizi sui quali hanno costruito il castello accusatorio. E continuano a "frugare" a caccia di riscontri. Un lavoro non facile per un'inchiesta che era stata archiviata un anno dopo l'omicidio.
La morte di Ofelia Calvi risale al 4 gennaio del 2006. Il suo corpo è stato ritrovato nell'androne del palazzo in via Cesare De Lollis dove abitava al quarto piano. Secondo le risultanze dell'autopsia, un uomo le avrebbe tappato la bocca fino a soffocarla. Un uomo l'avrebbe immobilizzata e l'altro sarebbe salito nell'abitazione per compiere il furto che poi è stato lasciato a metà. Proprio perché l'anziana commerciante sarebbe morta soffocata. Un tentativo di rapina finito male: questa è la convinzione che si sono fatti gli uomini della polizia. Che in questi anni hanno pazientemente raccolto gli indizi e li hanno elaborati. Un lavoro certosino e fondato a tal punto da convincere il pm a riaprire l'inchiesta sull'ultimo omicidio commesso in città. Ancora insoluto a distanza di quattro anni e mezzo.
Hanno fatto il punto della situazione e valutato le mosse da fare. A quanto è dato sapere gli inquirenti hanno degli indizi sui quali hanno costruito il castello accusatorio. E continuano a "frugare" a caccia di riscontri. Un lavoro non facile per un'inchiesta che era stata archiviata un anno dopo l'omicidio.
La morte di Ofelia Calvi risale al 4 gennaio del 2006. Il suo corpo è stato ritrovato nell'androne del palazzo in via Cesare De Lollis dove abitava al quarto piano. Secondo le risultanze dell'autopsia, un uomo le avrebbe tappato la bocca fino a soffocarla. Un uomo l'avrebbe immobilizzata e l'altro sarebbe salito nell'abitazione per compiere il furto che poi è stato lasciato a metà. Proprio perché l'anziana commerciante sarebbe morta soffocata. Un tentativo di rapina finito male: questa è la convinzione che si sono fatti gli uomini della polizia. Che in questi anni hanno pazientemente raccolto gli indizi e li hanno elaborati. Un lavoro certosino e fondato a tal punto da convincere il pm a riaprire l'inchiesta sull'ultimo omicidio commesso in città. Ancora insoluto a distanza di quattro anni e mezzo.
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