Denso, altra cassa integrazione e salvaguardia dei posti di lavoro 

Nel vertice di Roma i ministeri hanno annunciato la possibilità di prorogare le misure di sostegno  Magnacca (Regione): spiraglio sull’occupazione. I sindacati: rispettate gli accordi sugli investimenti

SAN SALVO. Il ministero delle Imprese, in accordo con quello del Lavoro, sollecitato dalla Regione, ha annunciato ieri pomeriggio a Roma la possibilità di prorogare le misure di sostegno oggi in atto per dare occasione alla direzione italiana di Denso di intavolare le più opportune iniziative di investimento in nuovi prodotti. È stato anche chiesto a Denso un impegno fattivo e serio della casa madre. I rappresentanti della Uilm, Gianluca Ficco e Nicola Manzi i hanno invocato il rispetto degli accordi industriali su investimenti e nuove produzioni. Lo stesso Fiom , Fim e Fismic. «Ci aspettavamo provvedimenti concreti su investimenti e progettualità non solo una discussione sugli ammortizzatori sociali», affermano le tre sigle sindacali.
L'incontro a Roma al Mimit era stato sollecitato per discutere del futuro di Denso Manufacturing Italia a San Salvo, e delle difficoltà legate alla transizione dall’endotermico all’elettrico. Per la Regione presente al summit l’assessore alle attività produttive, ricerca industriale e lavoro, Tiziana Magnacca. «La proficua attività di difesa del presidente della Regione, Marco Marsilio, per Denso Italia», ha rimarcato Magnacca, «ha portato ad affrontare l’incontro odierno in maniera proficua. Si è aperto uno spiraglio concreto ed effettivo sulla possibilità di mantenere i livelli occupazionali esistenti, escludendo scelte dannose per i lavoratori. La situazione è sicuramente complessa, ma siamo pronti a fare quanto è in nostro potere per garantire quella continuità che possa permettere di arrivare verso la sostenibilità economico-finanziaria dell’azienda senza rinunciare in nessun modo a quella sociale e alla tutela dei posti di lavoro», assicura l’assessore Magnacca. Con lei per l’assessorato erano presenti Germano De Sanctis, direttore del Dipartimento attività produttive, e Renzo Iride, responsabile dell’Ufficio crisi aziendali.
Il ministero delle Imprese ha evidenziato come gli ammortizzatori non siano un mezzo risolutivo ma che potrà essere, concordandolo con il ministero del Lavoro, un mezzo per superare la difficoltà del momento evidenziate da Denso e dovute alle incertezze del mercato mondiale, senza rinunciare alla richiesta di investimenti da parte della casa madre, come richiesto da tutte le sigle sindacali. «A Denso», affermano il segretario nazionale e generale della Uilm Chieti Pescara, Gianluca Ficco e Nicola Manzi, «chiediamo il rispetto degli accordi sindacali sugli investimenti a San Salvo, per portare nuove produzioni in Italia in grado di compensare quelle legate al motore endotermico che continuano a calare. A detta della direzione di Denso», continuano Ficco e Manzi, «il fatturato è previsto in calo nel 2024 e nel 2025, per poi avere una lieve ripresa nel 2026. L’esubero nelle intenzioni aziendali andrebbe gestito con un prolungamento della cassa integrazione, nonché con uno scivolo pensionistico; al contempo la direzione ha dichiarato di voler portare nuovi progetti e internalizzare alcune lavorazioni, ma restando assolutamente generica».
Anche i rappresentanti di Fiom, Fim e Fismic hanno espresso forte disappunto per una posizione aziendale ancora vaga e sfuggente. «Nei prossimi 3 anni l'organico passerebbe da 834 a 635 lavoratori e non sono stati precisarti investimenti. Serve un piano industriale serio», insistono Fiom, Fim e Fismic. Quanto agli ammortizzatori sociali, tutte le sigle sindacali pretendono che a tutti i lavoratori debbano essere garantiti carichi di lavoro adeguati ed equi, tali da assicurare a tutti il 51% di presenza in azienda. «Non accetteremo mai forme di licenziamento camuffate», rimarca la Uilm.
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