Il caso giudiziario della famiglia nel bosco, così i genitori hanno fatto studiare la bambina

Ecco il certificato: una scuola di Brescia ha attestato che la piccola è idonea per la terza elementare. In una lettera i genitori espongono la loro filosofia sul mondo e sull’apprendimento spontaneo
PALMOLI. «Non ho letto fino all’età di 9 anni. Ora sono un autore pubblicato». Albert Einstein «non parlò fino all’età di 3 anni». La scuola convenzionale può creare «ansia e auto-giudizio», portare alla «depressione» e persino al «suicidio». Le tesi sono radicali. Sono contenute in una lettera in cui i genitori, Catherine Birmingham e Nathan Trevallion, espongono la loro filosofia educativa: un rigetto totale del sistema formativo occidentale. È l’elogio dell’apprendimento spontaneo, quello che «permette la maturazione del cervello» e «il naturale sviluppo dell’autonomia», lasciando che sia il bambino a decidere «ciò che è pronto ad apprendere e quando». La battaglia sull’istruzione è forse il capitolo più complesso nella vicenda dei tre bambini che vivono con i genitori nei boschi di Palmoli. Si tratta di una bimba di otto anni e di due gemelli di sei, un maschio e una femmina. È per loro che la procura per i minorenni dell’Aquila ha chiesto un intervento, ipotizzando un «grave pregiudizio» legato tanto alle condizioni abitative – un casolare senza acqua corrente o gas, secondo le relazioni – quanto alla mancata frequenza scolastica.
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