Di Biase: in Provincia serve un vero rimpasto

La critica della consigliera Pdl: la crisi non si risolve con l'uscita di Tavoletta dalla giunta

CHIETI. «Il rilancio dell'amministrazione provinciale non può passare attraverso la destituzione dell'assessore del Fli Silvio Tavoletta. Serve un rimpasto più sostanzioso». Carla Di Biase, consigliere comunale e provinciale del Pdl, esce allo scoperto proprio quando la sua posizione all'interno del Popolo della libertà pare sempre più in bilico. «Per ora sono nel Pdl e spero», dice, «che si risolvano in fretta una serie di questioni interne al partito». Una esortazione e un augurio che però hanno tutto il sapore dell'avvertimento.

La posizione della Di Biase è cruciale per gli equilibri amministrativi del centrodestra in Comune e, soprattutto, in Provincia. Dove la cacciata dalla giunta di Tavoletta imposta dal coordinatore provinciale del Pdl Mauro Febbo al presidente Enrico Di Giuseppantonio, Udc, ha innescato una serie di malumori interni al Pdl.

Non a caso hanno detto addio al partito di Berlusconi i consiglieri provinciali Fabrizio Montepara e Nicola Mincone finiti nel Gruppo misto prima di identificarsi nel movimento popolare Forza del Sud. Ai due ex consiglieri del Pdl non è piaciuto, secondo i ben informati, l'aut-aut impartito da Febbo a Di Giuseppantonio. Meglio defilarsi, quindi, da un Pdl che in Provincia perde i pezzi. La maggioranza di 18 consiglieri è ormai divisa in due blocchi ben distinti.

Ai 9 consiglieri del Pdl risponde un gruppo corposo di consiglieri moderati. Tre sono in quota Udc mentre sono capogruppo di se stessi Angelo Argentieri (Costituente di centro), Arturo Scopino (Mpa), Mario Di Paolo (lista civica) e Luigi D'Alonzo, il consigliere del Fli ormai passato, di fatto, all'opposizione aperta nei confronti di una maggioranza che ha rinnegato l'assessore Tavoletta. Una squadra rimpinguata dal duo Montepara-Mincone che si aspettava più considerazione, da tramutare in incarichi di peso, dalla coalizione di centrodestra. Che in Provincia si è scoperta debole proprio nel suo partito di punta, ovvero il Pdl.

Carla Di Biase, una delle più elette in Provincia con 2300 voti ma rimasta inspiegabilmente senza assessorato, è diventata così il classico ago della bilancia. Il Pdl se dovesse perdere il suo apporto nell'aula provinciale va sotto a tutto vantaggio dell'ala moderata, pronta a chiamarsi Terzo Polo, capeggiata dall'Udc. Ripercussioni negative ci sarebbero anche in Comune perché la Di Biase porterebbe dietro con sé almeno un consigliere del Pdl che, in questo modo, passerebbe dagli 11 consiglieri attuali a 9.

L'Udc e i moderati, di conseguenza, conterebbero su una compagine ben più munita numericamente del Pdl considerando anche i due consiglieri comunali del Fli, Alessandro Carbone e Silvio Tavoletta, in aperta polemica con i vertici locali del Pdl. Ma la partita si gioca in Provincia. La Di Biase usa toni perentori che non lasciano spazio alle interpretazioni.

«Ritengo che la cacciata di Tavoletta non sia la panacea di tutti i mali dell'amministrazione provinciale. Per cambiare le cose e ripartire di slancio», spiega Di Biase, «occorre un rimpasto più corposo». Una necessità che dietro non nasconde l'aspirazione personale di un assessorato. «Non ho chiesto nulla al partito», precisa Di Biase, «e per adesso sono e resto nel Pdl. E' chiaro, però, che ci sono vicende interne al partito da risolvere subito». Innegabile, comunque, la delusione per quanto prodotto finora dall'amministrazione di centrodestra in Provincia. «In effetti mi aspettavo», ammette Di Biase, «un dinamismo diverso dell'intera macchina amministrativa. Bisogna correre per attrarre, ad esempio, fondi europei, una delle poche risorse a disposizione degli enti locali per concretizzare progetti sul territorio».

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