Di Muzio: a Casale nessun inceneritore

3 Ottobre 2011

Il direttore di Edilizia Colonnetta: né emissioni né fumi, recuperati solo rifiuti sicuri

CHIETI. «Quell'impianto non è e non sarà mai un inceneritore». Lucio Di Muzio, socio e direttore tecnico della Edilizia Colonnetta, promotrice della realizzazione di un impianto di recupero degli imballaggi, rompe il silenzio. Il progetto, al vaglio della Regione per l'assoggettabilità alla valutazione di impatto ambientale, è oggetto di un aspro confronto con comitati e associazioni ambientali.

L'imprenditore vuole fare chiarezza su quelli che definisce "allarmismi infondati".

Va detto che il fronte del "no" continua a sostenere che le caratteristiche definitive dell'impianto di Casalincontrada non emergono dal documento presentato in Regione e temono una ricaduta negativa sulla salubrità dell'ambiente e la salute dei cittadini. Tutto questo non c'è per Di Muzio, che si dice disposto a un ulteriore confronto tecnico e alla costituzione di una commissione di controllo e garanzia.

«Il progetto», dice «evidenzia in maniera chiara la tipologia di impianto che verrà costruito e quali saranno i materiali trattati. Ciononostante in molti continuano colpevolmente a parlare di discarica e inceneritore. Va ribadito che la struttura in progetto è tra le più all'avanguardia dal punto di vista tecnologico e che farà esclusivamente recupero degli imballaggi, da carta a cartone, ferro, alluminio, plastica, legno, dunque materiali non pericolosi, che verranno trattati solo meccanicamente, senza utilizzo di acqua o termico».

Dunque, stando alla società l'impianto non tratterà rifiuti pericolosi e non emetterà polveri, fumi o acque di smaltimento. «I materiali recuperati», continua Di Muzio, «verranno subito trasferiti all'industria, che li utilizzerà per realizzare nuovi prodotti. Dunque qualsiasi frazione contenente materia organica putrescibile o marcescente o altre sostanze che possano dare luogo a emissioni odorigene e maleodoranti non può essere avviata all'impianto».

Nel sito lavoreranno in 70, tra cui 50 tra cassintegrati ex Burgo e disoccupati, oggi riuniti nella Coop Tea, futuro gestore dell'impianto. «Riguardo al paventato aumento di traffico sulla Tiburtina», conclude Di Muzio, «abbiamo commissionato uno studio, anche questo a disposizione da Regione e Comune di Casalincontrada a chiunque ne faccia richiesta. Il documento attesta un aumento di traffico "non significativo", stando alla normativa nazionale, e consisterà in uno 0,8% in più rispetto ai livelli ora presenti sulla strada. Così va detto per le emissioni di polveri, gas di scarico e rumore. La ricerca tiene conto dei veicoli per il trasporto dei materiali quanto dei 70 dipendenti e non considera la prevista attivazione dello svincolo autostradale a servizio del vicino interporto, che assorbirà questo traffico, escludendo quasi per intero il passaggio per Brecciarola e Manoppello Scalo».

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