Discarica chiusa ai Comuni morosi

Fara Filiorum Petri, vertice tra sindaci e prefetto sui debiti del Consorzio
FARA FILORUM PETRI. La discarica di Casoni potrebbe chiudere i cancelli ai camion del Consorzio comprensoriale dei rifiuti del Chietino (Ccrc) in arrivo dai Comuni non in regola con le fatture mensili dello smaltimento. Lo spettro dell'immondizia lasciata in strada è il simbolo del collasso del Consorzio, strozzato dal debito plurimilionario di cui è ormai difficile anche la stima tra quote non pervenute dai Comuni consorziati. Pagamenti reclamati dalle società che gestiscono le discariche e interessi che le banche calcolano sulle anticipazioni rischieste dal Consorzio e il suo braccio operativo Consac srl, a sua volta tanto in difficoltà da ritardare gli stipendi ai circa 80 dipendenti.
L'alt alle amministrazioni morose è l'unica decisione sortita martedì scorso dalla riunione a palazzo del governo dove il prefetto Rocco De Marinis ha convocato i venti sindaci e il braccio operativo del Consorzio, la Consac srl su richiesta della presidente Concetta Di Luzio, sindaco di Casalincontrada. Che dopo la riunione con il rappresentante dello Stato si dice comunque «ottimista, perché stavolta ho fiducia nel buon senso dei colleghi sindaci dei Comuni non in regola, che avranno finalmente compreso la gravità del momento e già alla prossima scadenza di fatturazione faranno pervenire la cifra dovuta per lo smaltimento, mentre sull'arretrato siamo pronti a concordare piani di rientro compatibili con le finanze comunali in attesa del prossimo incontro col prefetto fra un mese».
La sospensione della raccolta dell'immondizia sarebbe un fatto senza precedenti su cui esprime dubbi Rocco Cocciaglia, componente del cda del Consorzio e sindaco di Rapino. «Sarebbe un'interruzione di pubblico servizio», spiega, «per la quale sarebbe indispensabile l'autorizzazione del prefetto, e comunque non penso che si arriverà a tanto. Intanto cerchiamo di far capire ai colleghi sindaci che il servizio di raccolta e smaltimento è di priorità assoluta, sotto il profilo finanziario quanto dell'igiene pubblica. Sembra», conclude, «che non pagare il Consorzio sia divenuta un'indempienza meno grave di altre, ma così non è».
La riunione in prefettura ha messo in luce anche posizioni di estremo realismo. Per Mario Di Paolo, ex presidente del Consorzio e sindaco di Bucchianico il cui consiglio ha già deciso l'uscita dal Ccrc, «proseguire con l'esperienza consortile ha poco senso da quando non disponiamo della nostra discarica nè di impianti di trattamento, e soprattutto se non si decide di fare fronte con decisione al debito con un atto di responsabilità».
Il riferimento è alla discarica di Colle San Donato a Fara Filiorum Petri, chiusa nel settenbre 2008 per raggiungimento anticipato della capacità. Con lui i sindaci dei Comuni in regola sono disposti a esaminare l'eventualità della liquidazione e chiusura del Consorzio.
La questione dei Comuni morosi tornerà calda nei prossimi giorni, quando per la chiusura temporanea dell'impianto di compostaggio di Lucera nel Foggiano il rifiuto umido verrà conferito all'impianto di Aielli nella Marsica, dove i pagamenti verranno concordati con i singoli comuni e non con il Consorzio. Che intanto deve risolvere anche un malinteso sull'ammontare del debito verso la Consac. Controversia su circa 700mila euro, la differenza tra i 2,2 milioni richiesti dalla Consac e il milione e mezzo calcolato dal Consorzio.
L'alt alle amministrazioni morose è l'unica decisione sortita martedì scorso dalla riunione a palazzo del governo dove il prefetto Rocco De Marinis ha convocato i venti sindaci e il braccio operativo del Consorzio, la Consac srl su richiesta della presidente Concetta Di Luzio, sindaco di Casalincontrada. Che dopo la riunione con il rappresentante dello Stato si dice comunque «ottimista, perché stavolta ho fiducia nel buon senso dei colleghi sindaci dei Comuni non in regola, che avranno finalmente compreso la gravità del momento e già alla prossima scadenza di fatturazione faranno pervenire la cifra dovuta per lo smaltimento, mentre sull'arretrato siamo pronti a concordare piani di rientro compatibili con le finanze comunali in attesa del prossimo incontro col prefetto fra un mese».
La sospensione della raccolta dell'immondizia sarebbe un fatto senza precedenti su cui esprime dubbi Rocco Cocciaglia, componente del cda del Consorzio e sindaco di Rapino. «Sarebbe un'interruzione di pubblico servizio», spiega, «per la quale sarebbe indispensabile l'autorizzazione del prefetto, e comunque non penso che si arriverà a tanto. Intanto cerchiamo di far capire ai colleghi sindaci che il servizio di raccolta e smaltimento è di priorità assoluta, sotto il profilo finanziario quanto dell'igiene pubblica. Sembra», conclude, «che non pagare il Consorzio sia divenuta un'indempienza meno grave di altre, ma così non è».
La riunione in prefettura ha messo in luce anche posizioni di estremo realismo. Per Mario Di Paolo, ex presidente del Consorzio e sindaco di Bucchianico il cui consiglio ha già deciso l'uscita dal Ccrc, «proseguire con l'esperienza consortile ha poco senso da quando non disponiamo della nostra discarica nè di impianti di trattamento, e soprattutto se non si decide di fare fronte con decisione al debito con un atto di responsabilità».
Il riferimento è alla discarica di Colle San Donato a Fara Filiorum Petri, chiusa nel settenbre 2008 per raggiungimento anticipato della capacità. Con lui i sindaci dei Comuni in regola sono disposti a esaminare l'eventualità della liquidazione e chiusura del Consorzio.
La questione dei Comuni morosi tornerà calda nei prossimi giorni, quando per la chiusura temporanea dell'impianto di compostaggio di Lucera nel Foggiano il rifiuto umido verrà conferito all'impianto di Aielli nella Marsica, dove i pagamenti verranno concordati con i singoli comuni e non con il Consorzio. Che intanto deve risolvere anche un malinteso sull'ammontare del debito verso la Consac. Controversia su circa 700mila euro, la differenza tra i 2,2 milioni richiesti dalla Consac e il milione e mezzo calcolato dal Consorzio.
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