Due auto bruciate nella notte

Gissi, uno dei veicoli è di un commerciante: aveva subito un attentato al negozio con una bomba carta

GISSI. 27 Aprile 2013: un boato alle 3,30 della notte sveglia l’intero paese. Sotto la serranda di una pescheria qualcuno ha sistemato un grosso raudo. 1 febbraio 2014: pochi minuti dopo l’una il rumore dei vetri infranti e i bagliori del fuoco svegliano nuovamente il paese.

Il furgone del titolare della pescheria, M.M., è avvolto dalle fiamme. A pochi metri di distanza brucia anche la Fiat Punto di un pensionato. Sul posto intervengono i vigili del fuoco e i carabinieri. Sulla natura dolosa del duplice rogo pare non ci siano dubbi.

I carabinieri non escludono che l’accaduto possa essere un dispetto per vicende private. Una sorta di atto vandalico punitivo. Eppure M.M. assicura di non avere nemici. «La malavita non c’entra», dichiarano categorici gli investigatori. Chiunque sia l’autore della bravata, ha compiuto un’azione scellerata che avrebbe potuto avere conseguenze gravissime. Il legale di M.M., l’avvocato Giovanni Cerella, si dichiara fiducioso nell’operato dei carabinieri. «Il mio cliente ha subito un danno gravissimo ma sono sicuro che i carabinieri riusciranno a individuare il responsabile», dice il penalista.

Gli investigatori non parlano e non rivelano se fra l’incendio e l’esplosione ci sono collegamenti. «Stiamo lavorando», è la telegrafica frase di rito dei carabinieri.

Accanto al furgone incenerito, un Fiorino, sono stati trovati importanti indizi. Le fiamme che hanno avvolto il mezzo hanno danneggiato anche vettura a Gpl che era parcheggiata accanto. L’intervento dei vigili del fuoco ha evitato l’esplosione dell’auto.

E mentre alcune squadre soffocavano il fuoco che circondava il Fiorino, altri soccorritori hanno dovuto spegnere l’incendio appiccato a una vecchia Fiat Punto parcheggiata a venti metri di distanza. L’auto appartiene a un pensionato che risiede nella Capitale e che raggiunge Gissi sempre più di rado. L’incendio della Punto, per gli investigatori potrebbe essere stato un depistaggio. «È stato veramente brutto essere svegliati nel cuore della notte da un rogo di così grandi proporzioni», racconta un pensionato.

La notte di fuoco costringe il Vastese a confrontarsi con la dimensione di territorio di frontiera afflitto da continui comportamenti in stile malavitoso. Gissi già da qualche anno ha perso la serenità.

Il primo inquietante campanello d'allarme squillò sei anni fa con diversi incendi di autovetture. Da quel momento Gissi torna periodicamente a far parlare di se per fatti che si ripetono . (p.c.)

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