Famiglia nel bosco, il giudice Scalera: «Decisione modificabile, collaborare con i genitori»

La presidente dell’Anm Abruzzo cerca di ripristinare un clima di serenità: «La critica non divenga dileggio, si resti nel rispetto della separazione dei poteri»
PALMOLI. Dopo le parole del vice premier Matteo Salvini, che ha parlato di «sequestro di bambini», tensioni e polemiche attorno alla famiglia di Palmoli non accennano a diminuire e così anche l’Anm (Associazione nazionale magistrati), guidata in Abruzzo dal giudice pescarese Virginia Scalera, scende in campo per difendere l’operato di una magistratura presa fortemente d’assalto da una parte della politica e dell’opinione pubblica.
Giudice Scalera, l’invio degli ispettori è scontato come appare?
«La Procura generale si muove nell’ambito delle proprie attribuzioni e competenze. Quanto all’invio degli ispettori da parte del Ministero, non è affatto scontato, e si tratterebbe di un’ispezione mirata o parziale – articolo 7 legge 1311/1962 – che può essere disposta solo dal ministro nell’ambito delle sue prerogative, che non può riguardare il merito delle decisioni giurisdizionali e che siamo certi si svolgerà secondo i canoni previsti dalla legge».
Come commenta le parole di Salvini, che ha parlato di “Stato vergognoso” dopo il provvedimento contro i genitori di Palmoli?
«Fermo restando che ogni decisione è criticabile, sarebbe auspicabile che vengano utilizzati modi e termini istituzionalmente opportuni, che la critica non divenga dileggio e che si resti nel rispetto della separazione dei poteri. Il comportamento dei colleghi è perfettamente in linea con la funzione istituzionale del Tribunale per i minorenni, il cui compito è quello di intervenire a tutela dei minori al fine di verificare la sussistenza di condotte che li riguardino e che siano in contrasto con i principi generali dell’ordinamento, che prevedono che siano loro assicurate istruzione, salute, socialità e, in definitiva, sicurezza. A conferma di questo, il provvedimento è di tipo interlocutorio, provvisorio e modificabile, volto alla utile collaborazione con i genitori che, da quanto appreso dalla lettura delle notizie di stampa, non hanno nel tempo sempre osservato le prescrizioni dei servizi sociali, ai quali erano stati affidati i minorenni».
L’attacco alla magistratura di queste ore si collega al problema del clamore mediatico che si è creato attorno al caso?
«Ho già detto che il diritto di critica è sacrosanto, ma l’esercizio dello stesso dovrebbe essere informato a principi di correttezza e completezza delle informazioni rispetto ai provvedimenti che ne siano oggetto. Nel caso di specie, ad esempio, non mi pare che siano stati valutati, ma neanche comunicati, fatti e circostanze che, laddove presi in considerazione, avrebbero potuto indurre i commentatori a un’opinione diversa, meno parziale della vicenda. Cosa sarebbe accaduto se l’avvelenamento da funghi avesse avuto conseguenze gravi? In quel caso, come sarebbe stato valutato il comportamento di tutte le istituzioni coinvolte nella tutela dei minori e dei cittadini? Sì alla critica, ma previa acquisizione di tutti gli elementi per valutare, onde evitare slogan e l’esasperazione di un clima che già appare poco sereno».
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