Palmoli

Famiglia nel bosco, le accuse contro la madre: «Insistente e diffidente»

25 Dicembre 2025

Dito puntato contro il comportamento di Catherine: «Notevolmente rigida». Ora lei piange. E il marito si confida con il sindaco: «È incomprensibile»

PALMOLI. È lì, nascosto tra le righe del provvedimento che eclissa, definitivamente, il sogno di passare il Natale nella propria casa, in famiglia. È un giudizio nel giudizio, un dito puntato contro chi, dallo scorso 20 novembre, ha rinunciato a tutto pur di seguire ciò che per lei conta più di ogni altra cosa al mondo: i suoi figli. Tra le motivazioni che hanno spinto il tribunale per i minorenni dell’Aquila a dire no al ricongiungimento dei Trevallion e di lasciare i tre bimbi nella struttura protetta a Vasto, c’è Catherine Birmingham, la madre della famiglia del bosco, sempre più disperata. Negli atti viene definita «insistente» ed è accusata di aver «preferito lo scontro con gli operatori» con «reiterate manifestazioni di diffidenza».

A dimostrazione della «rigidità» della coppia, e in particolare della mamma, i giudici prendono in esempio alcuni suoi comportamenti. Solo due di questi, però, riguardano l’ultimo mese, quello che Catherine ha passato a Vasto, vicina e allo stesso tempo lontana dai suoi piccoli, dormendo nello stesso edificio – ma su piani separati – potendoli vedere soltanto durante i pasti e prima di andare a dormire. Nella casa famiglia, «la madre», si legge nel provvedimento, «pretende che vengano mantenute dai figli abitudini e orari difformi dalle regole che disciplinano la vita degli altri minori ospiti della comunità, circostanza che fa dubitare dell’affermata volontà di cooperare stabilmente con gli operatori nell’interesse dei figli».

Grande fatica, insomma, a rinunciare a quelle abitudini che scandivano i ritmi delle giornate e definivano lo stile di vita dei piccoli nel bosco, stravolto da una “nuova” normalità fatta di corrente elettrica, riscaldamento automatizzato e sistema idrico fognario. Sono comfort, per molti, ma qualcosa di contrario ai propri principi, per lei, che infatti non sembra incline a utilizzare. A dirlo è il sindaco di Palmoli Giuseppe Masciulli, secondo cui, stando a quanto sentito «da qualche operatore, da figure istituzionali che hanno accesso alla casa famiglia», la madre avrebbe un «problema di igiene», perché non vuole usare la doccia per lavarsi.

«Adesso», ha aggiunto Masciulli, «c’è solo da attendere l’esito della consulenza tecnica d’ufficio. Quello che sappiamo è che Nathan (il padre, ndr) a Natale potrà stare con il resto della famiglia dalle 10.30 alle 12.30. Per lui, questo provvedimento è incomprensibile». Il secondo elemento critico rilevato dai giudici è «l’insistenza» necessaria a convincere Catherine ad «abbattere le sue contrarietà a trattare la seria bronchite con broncospasmo» da cui era affetta la bimba più grande quando è arrivata nella struttura.

Alla base di questa decisione, per il resto, nell’analisi dei giudici sono considerati dirimenti i comportamenti della madre avuti prima dell’allontanamento dei figli, prima della scelta di aprirsi al dialogo e a mostrarsi disponibili alle loro richieste. Addirittura, il provvedimento torna indietro fino all’episodio dell’avvelenamento da funghi, la miccia che ha fatto esplodere il caso attorno a questa famiglia. «Significativo», scrivono, «appare il rifiuto dell’impiego del sondino naso-gastrico (verosimilmente poiché fatto di silicone o poliuretano) nel trattamento dell’intossicazione da funghi dei figli in occasione del ricovero in ospedale, che denota l’assoluta indisponibilità dei genitori a derogare anche solo temporaneamente e in via emergenziale ai principi ispiratori delle proprie scelte esistenziali».

E la lente di ingrandimento finisce anche sulla scelta della famiglia di cambiare i propri legali, che secondo i giudici sarebbe indicatore di quanto la famiglia, piuttosto che arrivare «a soluzioni concordate del minor impatto possibile», abbia preferito «l’intensificazione dello scontro con gli operatori». La conclusione che viene tratta da questi elementi è la «notevole rigidità» della coppia, che dipenderebbe «dai valori» rispetto ai quali «conformano le loro scelte di vita e dell’assenza di competenze negoziali che consentano loro di ottenere i risultati perseguiti e di farlo al minor costo possibile», scrivono ancora i giudici».

Ora l’indagine psicologica nei confronti della coppia sarà decisiva per il tribunale. Lo ha ricordato anche il sindaco Masciulli, quando ha sottolineato che «casa, scuola e servizi in questo momento non sono più la priorità». E intanto è già arrivata la vigilia di Natale.

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