Farmaci negati, il caso finisce in Procura: «Marsilio sminuisce il problema»

Esposto dei consiglieri del Patto per l’Abruzzo: «Basta spendere per feste lesinando sulla salute». La replica del governatore: «Così un giudice terzo chiuderà questa speculazione»
CHIETI. Il caso dei farmaci mancanti alla Asl di Chieti finisce in Procura ed è subito botta e risposta al vetriolo tra governo e opposizione in Regione. «Abbiamo deciso di presentare un esposto», dice il consigliere Antonio Di Marco (Pd), «affinché siano letti tutti i documenti da occhi terzi e si faccia piena luce sui fatti. Chiediamo notizie anche sul monitoraggio attuato, per verificare che i pazienti siano stati realmente seguiti e tutelati». Ma il presidente della Regione Marco Marsilio dice di non vedere l’ora: «Finalmente un giudice terzo potrà mettere la parola fine a questa vergognosa speculazione, che ha trasformato un episodio banale e innocuo in una campagna allarmistica e scandalistica per raccattare voti e consensi», scrive in una nota a poche ore dall’attacco dei consiglieri del Patto per l’Abruzzo.
Ieri mattina nella sala D’Ascanio del Consiglio di piazza Unione c’erano, con Di Marco, anche Silvio Paolucci, Erika Alessandrini, Francesco Taglieri, Alessio Monaco e - da remoto - Luciano D’Amico. Riuniti a ventiquattrore di distanza dalla conferenza fiume in cui Marsilio ha sparato a zero su tutti: i politici «sciacalli», i giornalisti che «montano servizi a regola d’arte», le «bugie che mistificano la realtà». Se due giorni fa Marsilio parlava di «casi isolati per cui abbiamo già chiarito», sostenuto poi dal centrodestra unito che ieri ha parlato di «disagi, dove ci sono stati, gestiti con tempestività e responsabilità, senza mai compromettere la salute dei pazienti», ora Di Marco attacca: «I casi giunti a noi sono tanti, non un paio. Lo ha spiegato l’oncologo Tinari: a luglio c’erano 17 pazienti in terapia rimasti senza farmaco fornito dalla Asl».
E Paolucci poco dopo rincara: «Quella che vediamo è la punta dell’iceberg: non tutti, tra pazienti e operatori sanitari, se la sentono di denunciare questi casi, per ovvie ragioni. Ma sono persone esauste, che arrivano per sfinimento a parlare pubblicamente di temi del genere. E sono carenze che fanno della nostra sanità una realtà in cui si producono più tasse e più tagli dei servizi, sulla pelle dei cittadini. Non certo un modello da esportare». Di questo «modello Abruzzo» sostenuto da Marsilio in campagna elettorale, il consigliere Taglieri ha evidenziato il «peccato originale: una rete ospedaliera insostenibile e un uso improprio delle maggiori entrate destinate alla sanità. I nostri telefono sono pieni di segnalazioni che riguardano mancanza di dispositivi essenziali, dai sensori per i diabetici ai pannoloni. A questo si aggiungano i tagli lineari del 2% imposti alle Asl».
Non una «realtà mistificata» ma numeri portati sul tavolo del Consiglio: «Li ha tirati in ballo», prosegue Di Marco, «lo stesso Cta (Comitato tecnico aziendale, ndr) tanto voluto dal direttore generale Palmieri: a luglio servivano 250mila euro per approvvigionare la farmacia delle cure salvavita utili alla chemioterapia. Il provveditore Di Sciascio ha proceduto all’acquisto per soli 49mila euro, un’inezia rispetto a quanto richiesto inizialmente dal budget». Anche la spesa farmaceutica cresce nel giro di un mese: a novembre è pari a 7,7 milioni, rispetto ai 6 milioni dei mesi passati, a dimostrare, secondo i consiglieri del Patto, che «la gestione è stata approssimativa e tardiva».
Motivo per cui adesso le carte della vicenda arrivano sul tavolo della procura. Mauro Palmieri, direttore della Asl di Chieti Lanciano Vasto, si è subito detto «pronto a fornire informazioni e documenti utili ai fini della ricostruzione di tutta la vicenda che riguarda la nostra Azienda. Non abbiamo nulla da nascondere. Il fabbisogno è cresciuto, servono più farmaci e spendiamo di più». Lo stesso Palmieri, nota Di Marco, in commissione di vigilanza confermava che «un farmaco è mancato per almeno quattro giorni. Dunque perché non ha rettificato le cose sbagliate dette da Marsilio, mentre gli sedeva accanto? Palmieri facesse il direttore generale, anziché chiedere l’assistenza di un babysitter». L’altra stoccata è arrivata da Luciano D’Amico: «Basta negare che c’è un problema. Non possiamo accettare», ha detto il coordinatore del Patto per l’Abruzzo, «che si continuino a programmare festicciole per poi dover lesinare sul costo dei malati oncologici. La politica è questione di priorità e la nostra è quella della salute».
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