Francesca chiede giustizia per la morte di Gabriele di Tullio

CASALBORDINO. Francesca ha 24 anni. È lei a prendersi cura della sorellina Angelica,13 anni da quando la notte del 31 luglio 2012 il padre, Gabriele Di Tullio venne scambiato per un cinghiale e...
CASALBORDINO. Francesca ha 24 anni. È lei a prendersi cura della sorellina Angelica,13 anni da quando la notte del 31 luglio 2012 il padre, Gabriele Di Tullio venne scambiato per un cinghiale e ucciso con un colpo di fucile.
Di Tullio morì dissanguato. Al dolore per la perdita della mamma si aggiunse lo strazio per la morte assurda del padre. A distanza di mesi, il dolore è lo stesso. Cupo, profondo e lacerante. Ora Francesca chiede giustizia. Lo fa attraverso una lettera inviata al Centro.
«L'udienza all'uomo che ha ucciso mio padre si terrà a porte chiuse. Ma che giustizia è quella che non mi consente neppure di partecipare al processo?» si chiede la ragazza.
F.T., 60 anni, l'agricoltore che ha confessato ai carabinieri di avere ucciso Di Tullio comparirà davanti ai giudici del Tribunale di Vasto martedì. Il difensore, l'avvocato Giovanni Cerella ha presentato la richiesta di patteggiamento della pena e la celebrazione del processo a porte chiuse.
«Non potrò assistere. È assurdo e doloroso», scrive Francesca Di Tullio. «Subito dopo la tragedia, F.T. tramite il proprio legale e la stampa chiese perdono dicendosi dispiaciuto e tormentato dal delitto commesso. Il suo comportamento però sembrerebbe contraddire questo stato d'animo. Solo pochi giorni dopo il delitto, ha ceduto le sue proprietà al figlio e proposto il patteggiamento. La stampa in questi mesi ha scritto che ci sarebbe stata giustizia per il povero Gabriele. Io voglio sperare e credere che ciò non resti un semplice auspicio, ma si traduca in realtà», chiosa Francesca.
A Casalbordino i cittadini chiamavano Gabriele Di Tullio, «l'alfiere della pace perché detestava ogni forma di violenza», ripetono a distanza di mesi. Proprio per questo la sua morte è ancora più assurda».
La parte civile rappresentata dall'avvocato Pompeo Del Re è pronta a impugnare l'ipotesi di omicidio colposo. «La notte del delitto c'era la luna piena.La zona non era avvolta dall'oscurità», ha più volte dichiarato l'avvocato De Re. «F.T. al posto di Gabriele avrebbe potuto colpire anche un automobilista di passaggio».
Del Re rappresenta le figlie di Gabriele Di Tullio e i fratelli Alfonso e Donato. Anche un altro fratello della vittima, Giuseppe, ha deciso di costituirsi parte civile. Sarà rappresentata dall'avvocato Angela Pennetta. La battaglia processuale si annuncia senza esclusione di colpi. Molto dipenderà anche dall'esito delle indagini tecniche eseguite da Pietro Falco, il medico legale nominato dalla procura. Sarà lui a rivelare se Gabriele Di Tullio poteva almeno essere soccorso. Saranno passaggi importantissimi a cui Francesca, legatissima all'adorato padre, avrebbe voluto assistere.
«Che giustizia è quella che mi vieta di assistere al processo»?, ripete angosciata la ragazza. La speranza della famiglia Di Tullio è che almeno a lei venga consentito di entrare in aula. (p.c.)
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