Gamberi morti Pesca vietata nella zona contaminata

BORRELLO. L’importante adesso è che la peste dei gamberi che ha colpito l’incubatoio di Borrello (gestito dal Consorzi Negri Sud) e il torrente Rio Verde, causando da 15mila a 20mila decessi di gamberi, non si espanda ad altri corsi d’acqua altrimenti la moria assumerebbe danni incalcolabili. Dopo la certezza dell’agente scatenante la patologia da parte dell’Istituto zooprofilattico di Teramo (si tratta di un’afanomicosi, un fungo che colpisce la corazza dei gamberi portandoli a morte in poco tempo e che non è dannoso per l'uomo) lo stesso sindaco di Borrello, Giovanni Di Nunzio, ha convalidato le misure restrittive della Asl e ha emesso un’ordinanza per cercare di non far propagandare la malattia.

L’incubatoio, sede del focolaio com’è specificato nell’ordinanza, è stato isolato e sequestrato e c’è divieto di movimentazione di gamberi vivi o morti, potenzialmente infetti verso aree indenni ospitanti popolazioni suscettibili. Inoltre c’è divieto di spostare anche acqua, attrezzature contaminate e specie ittiche provenienti dal focolaio. Al bando anche la pesca sportiva e il prelievo di qualsiasi specie ittica, micro e macrofauna acquatica nell’area del focolaio e in quelle vicine. I gamberi morti devono essere distrutti da ditte specializzate previo stoccaggio temporaneo a una temperatura di -20°C per almeno 72 ore. Inoltre vasche, nasse, strumentario contaminati o sospetti tali devono essere disinfettati.

L’area del focolaio e del tratto interessato del torrente Rio Verde è stata contrassegnata con apposite tabelle. L’ordinanza del sindaco è stata inviata alla Provincia di Chieti, al Negri Sud, all’Uoc sanità animale della Asl Lanciano-Vasto-Chieti, alla polizia municipale e al Corpo forestale dello Stato, competenti per territorio, per le verifiche e i controlli spettanti.

Matteo Del Nobile

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