Genitori uccisi in casa dal figlio la madre accoltellata per prima

Eseguita l’autopsia sulla donna: il corpo con molte più ferite del marito, i colpi fatali sul collo il giovane preso da raptus dopo i soldi negati forse per acquistare una dose di droga

VASTO. Marco Del Vecchio, 37 anni, resta in cella d’isolamento. «Si è calmato ma le sue condizioni vanno controllate costantemente», dice il suo difensore, l’avvocato Raffaele Giacomucci. L’accusa contestata all’uomo è di duplice omicidio. L’autopsia eseguita sui corpi dei genitori, Emidio Del Vecchio e Adele Tumini, ha confermato la violenza e l’efferatezza della sequenza mortale.

La ricostruzione del duplice omicidio attraverso l’autopsia. Il corpo del pensionato, costretto a muoversi con un carrello dopo una operazione al femore, è stato trafitto con 39 coltellate. Molti i fendenti che hanno lacerato la zona compresa fra il cuore e i polmoni. Una lacerazione cardiaca rivela la profondità delle ferite e la forza con cui sono stati inferti i colpi. E sul corpo della moglie le ferite sono molte di più, almeno una cinquantina. Un fendente ha quasi sgozzato la poveretta. Probabilmente l’uomo ha prima ucciso la madre pugnalandola ripetutamente con una ferocia inaudita. Il padre non è stato in grado di raggiungere la porta per chiedere aiuto e il figlio, ormai in preda a un raptus, ha infierito anche sul suo corpo. Il medico legale ha impiegato sei ore per esaminare il corpo di Emidio Del Vecchio. Ce ne sono volute molte di più per eseguire la perizia sul corpo letteralmente straziato di Adele Tumini. Il particolare inquietante è che dopo aver infierito sul corpo dei genitori, Marco Del Vecchio ha preso due coperte e ha avvolto i due cadaveri cercando di nasconderli sotto il letto della sua stanza. Con una ramazza e uno straccio ha cercato di pulire il sangue. Lustrata la casa, si è cambiato gli abiti, probabilmente macchiati di sangue, ed è fuggito portando con sé il coltello. I carabinieri quando hanno sfondato la porta hanno trovato tutto in ordine. Sono stati gli strumenti utilizzati dalla polizia scientifica di Chieti a rilevare le tracce di sangue e le impronte.

Le vittime scampate. Ma le vittime della furia omicida di Marco Del Vecchio avrebbero potuto essere tre. La sorella Nicoletta poche ore prima del ritrovamento dei due cadaveri ha raggiunto la casa dei genitori. Secondo alcuni congiunti avrebbe incrociato il fratello che usciva. Secondo altri lo avrebbe addirittura trovato in casa senza però trovare i genitori. Convinta che fossero usciti la donna è andata via. Alle 23 ha cominciato a preoccuparsi. Lei chiusa nel suo dolore non parla. «È molto provata», ripete il suo legale, l’avvocato Gianni Menna. Dalle pagine di Facebook una ragazza rivela di avere incrociato sabato pomeriggio Marco Del Vecchio in centro. Aveva in tasca una bottiglia di birra e barcollava. Le è finito addosso ma lei si è scostata e ha continuato a camminare. Il pensiero di quello che sarebbe potuto accadere se avesse reagito fa rabbrividire.

Il raptus provocato dalla droga. Tutto lascia pensare che Marco Del Vecchio abbia avuto un raptus provocato da una crisi di astinenza. L’omicidio non è stato infatti premeditato. L’uomo ha afferrato un coltello – poi ne sono stati sequestrati due - che i genitori stavano usando per la cena. La pasta pronta per essere messa in tavola trovata dai carabinieri sulla cucina rivela che i due pensionati stavano per mettersi a tavola quando il figlio li ha aggrediti. E ha continuato a dare in escandescenze anche molte ore dopo, al punto da ferire i carabinieri che cercavano di fermarlo. Sintomi di un evidente stato di alterazione psico-fisica. «Tutta colpa della droga», accusano i vicini di casa. E l’amministrazione comunale conferma che il problema della tossicodipendenza è diventato molto grave in tutto il comprensorio. Il vicesindaco, Antonio Spadaccini, ha rivelato alla stampa che fra Vasto e San Salvo il Sert, il servizio dell’Azienda sanitaria locale, si occupa di 290 tossicodipendenti. Tante le associazioni che in queste ore chiedono maggiori controlli di prevenzione e servizi mirati a bloccare l’arrivo nel Vastese di droga spesso tagliata male.

Paola Calvano

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