Golden Lady in piazza «Troppi silenzi sul futuro»

Gissi, sabato nuovo presidio dei lavoratori in attesa della riconversione-bis I sindacati: «Tra breve finirà la cassa integrazione e la politica non risponde»
GISSI. 26 maggio 2012: davanti ai cancelli della ex Golden Lady sfila la politica e si festeggia la riconversione. 13 aprile 2013: per i lavoratori rimasti per la seconda volta senza lavoro comincia una lunga odissea. 1 marzo 2014. Nonostante le promesse romane nel futuro dei lavoratori c’è solo incertezza. Davanti alla fabbrica di contrada Terzi riprenderà il presidio. Nella stessa situazione di incertezza si trovano attualmente centinaia di lavoratori pronti, se necessario, a scendere in piazza pur di vedersi riconoscere il diritto al lavoro.
Golden Lady. Niente di nuovo. Dopo due anni è ancora tutto come prima. I segretari provinciali di Femca, Filtcem e Uiltec, rispettivamente Franco Zerra, Giuseppe Rucci e Arnaldo Schioppa, hanno organizzato per sabato prossimo un nuovo presidio. «È necessario per rimettere nuovamente al centro dell’attenzione il dramma occupazionale che stanno vivendo centinaia di famiglie», affermano si sindacalisti. «Le prime mobilità scadranno a breve e, purtroppo, non ci sono notizie su possibili riconversioni. Non c’è nessuna nuova iniziativa imprenditoriale, neppure quella annunciata. Non ci sono notizie dalle istituzioni». È il silenzio che spaventa i lavoratori del Vastese. Il territorio si sente abbandonato. «La rabbia e il disagio dei lavoratori crescono ogni giorno di più unitamente alla distanza abissale verso il ruolo della politica e le risposte che dovrebbe dare». I sindacati invitano quindi formalmente tutti i rappresentanti politici, a cominciare dal governatore della Regione, Gianni Chiodi e dall’assessore regionale al lavoro, Paolo Gatti, a essere presenti sabato al presidio accanto ai lavoratori. «Invitiamo anche la Wollo, l’azienda che si sta occupando della riconversione, ad essere presente per aggiornarci sulle trattative in corso. Saremmo felici di vedere accanto a noi i sindaci e per questo chiediamo al presidente della Provincia di coinvolgerli».
La triste agonia della Val Sinello. Qualche lavoratore lancia provocatoriamente richieste di aiuto al presidente di Confindustria Chieti, Paolo Primavera. «Salva la Val Sinello come hai salvato il porto di Punta Penna», si legge in un messaggio firmato “Un gruppo di lavoratrici disperate”. Altri hanno rinunciato anche a lanciare appelli. La rabbia è tanta. La situazione della Val Sinello è emblematica e racconta l’abbandono del Vastese. Da esempio di sviluppo, la zona industriale è diventata epicentro della crisi abruzzese. È stata ribattezzata la “valle della morte”. È come se un male incurabile avesse colpito quest’area facendo morire le aziende una dopo l’altra. È in atto un pericoloso fenomeno di regressione sociale e desertificazione. «Prima ci hanno tolto l’ospedale, poi hanno chiuso gli ambulatori, le attività e l’indotto che ruotava attorno al presidio ospedaliero e infine hanno cominciato a chiudere anche le industrie», si rammaricano lavoratori e residenti. E sono arrabbiati anche con la cosiddetta politica del “no a prescindere”. «Visto che siamo destinati a morire, perché due anni fa hanno bocciato senza appello il progetto di riconvertire la Golden Lady a villaggio commerciale? Cosa può accadere di peggio della morte? A furia di negare opportunità a questa terra ci stanno negando anche il diritto di vivere».
Paola Calvano
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