Il 123º Reggimento lascia Chieti

Soppressione entro l'anno secondo il piano del ministero della Difesa

CHIETI. Lo storico 123º Reggimento Fanteria Chieti, con sede nella caserma Berardi, in via Ferri, verrà soppresso entro il 2012. E' quanto prevede il piano di riordino delle strutture militari nazionali presentato il 31 gennaio scorso dal ministro della Difesa, Giampaolo Di Paola alla presidenza del Consiglio dei ministri. A un mese dalla presentazione del piano ministeriale, la notizia è stata tenuta sotto traccia ed è emersa soltanto perché il principale sindacato dei lavoratoti, la Cgil, ha proclamato lo stato di agitazione contro i contenuti del programma governativo che rischia di dare un ulteriore colpo al capoluogo teatino, sede storica di presìdi e apparati militari attorno a cui ruota anche una non marginale economia cittadina.

C'è dunque il rischio di perdere un altro pezzo di storia, l'ennesima sede istituzionale sottratta a Chieti. Il 123º non è un Reggimento ordinario. Con altre quattro caserme dislocate sul territorio nazionale, la Berardi, ha il compito di formare i soldati volontari in ferma breve per un anno, militari che poi continuano la carriera nei vari distaccamenti dell'Esercito. Il 27 gennaio scorso, quasi 600 ragazzi provenienti da ogni parte del Centro e del Sud Italia hanno concluso il proprio addestramento. Ad ammirarli, nella cerimonia del giuramento, fidanzate e decine di famiglie che hanno trascorso alcuni giorni in città.

Insomma si profila un altro ridimensionamento per Chieti, nonostante i proclami ripetuti e sbandierati dall'amministrazione comunale di centrodestra e dal sindaco, Umberto Di Primio, che ha sempre detto di voler difendere e cementare il rapporto con i militari del 123º Reggimento legati, da tradizione secolare, a doppio filo con la città. Di recente, sono state presentate anche iniziative finalizzate a favorire lo shopping dei militari nelle attività commerciali cittadine, ma evidentemente non si è fatto abbastanza per difendere l'istituzione e soprattutto la sua permanenza a Chieti.

Un pezzo di storia, si diceva. Il 123º Reggimento è stato, tra le altre cose, protagonista del patto di amicizia siglato tra i Comuni di Chieti e Trento, quando il Reggimento teatino entrò per primo, nel 1918, nella Trento liberata. Più recente è invece l'intervento in città dei militari di fanteria, invocato dallo stesso sindaco al prefetto di Chieti durante i giorni delle abbondanti nevicate d'inizio febbraio. I soldati hanno provveduto a spalare la neve lungo le vie del centro storico e dello scalo.

Ora il governo è intenzionato a sopprimere entro l'anno la caserma teatina. Ipotesi del resto già contemplata, carte alla mano, dal decreto legislativo del 15 marzo 2010, poi sospeso a causa delle problematiche connesse al post-terremoto in Abruzzo. L'attuale ministro della Difesa Di Paola ha però spiazzato di nuovo tutti, tra il silenzio assordante della politica locale.

Così, la Cgil, attraverso Luigi Diotaiuti, segretario regionale del comparto Difesa della funzione pubblica, passa ora al contrattacco e proclama lo stato di agitazione. «Chiediamo sulla vicenda Chieti un immediato confronto istituzionale allo Stato Maggiore della Difesa e allo Stato Maggiore dell'Esercito. Il 123º Reggimento» spiega Diotaiuti «è un'eccellenza da salvaguardare a tutti i costi».

Oltre a essere un punto di riferimento per la formazione dei militari nel Centrosud, accoglie 120 militari di carriera, tra ufficiali e sottoufficiali, oltre a dieci lavoratori civili che si occupano prevlentemente di funzioni amministrative. Un contingente umano notevole, che da qualche settimana è letteralmente in subbuglio a causa delle notizie che arrivano dal ministero della Difesa.

In ballo, qualora la soppressione del Reggimento venisse concretizzata, come sembra, entro l'anno, ci saranno presto trasferimenti di sede per tante famiglie da anni radicate a Chieti. Ma in ogni caso sarà la città stessa a rimetterci di più, perché perderebbe definitivamente una lunga tradizione. Chieti ha già subito il declassamento dell'ospedale militare, trasformato in Dipartimento di medicina legale con un'attività quotidiana ridotta al lumicino rispetto al passato.

Con la cancellazione del 123º Reggimento, potrebbe infatti presto venir meno anche l'utilità dell'ospedale militare. E lo stesso distretto, peraltro già declassato a Centro documentale dopo l'abolizione della leva obbligatoria, potrebbe aggiungersi alla lista delle dismissioni. La Cgil si dice pronta alle barricate e spera in qualche azione parlamentare dei senatori abruzzesi e teatini. «Noi» assicura Diotaiuti «non ci arrendiamo».

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