Il consiglio salta, la Provincia paga

Una seduta rinviata per troppe assenze costa circa 3.000 euro

CHIETI. Costa qualche migliaio di euro un consiglio provinciale che va a vuoto. L'ultimo, saltato per mancanza del numero legale, risale al 10 agosto scorso. All'ordine del giorno comunicazioni varie, la discussione di alcune interrogazioni, le modifiche al regolamento per il rilascio del tesserino venatorio e altro ancora. Non c'erano i 16 consiglieri necessari per rendere valida la seduta in prima convocazione. Ce n'erano 14-15, la maggior parte dei quali appartenenti ai gruppi di minoranza. Pochi i rappresentanti della maggioranza. Un chiaro segnale del fatto che alla convocazione non corrispondeva una reale volontà di celebrare il consiglio. Per svariati motivi, non ultimo quello di avere diversi consiglieri in vacanza.

Resta il fatto che un consiglio che salta per mancanza del numero legale pesa sulle casse dell'ente. I consiglieri presenti, infatti, hanno diritto al gettone. Non importa se lavorano o no, se alzano la mano o no, se prendono la parola o no. La sola presenza al momento dell'appello (o durante la seduta) vale un gettone di circa 130 euro lordi. Una cifra che moltiplicata per 15 fa 1.950 euro.

Non basta, però. All'elenco della spesa pubblica bisogna aggiungere l'indennità di trasferta. Ognuno degli eletti, infatti, ha diritto al rimborso delle spese sostenute per arrivare a Chieti, lo dice il regolamento. Prima con la tariffa Aci era una pacchia, adesso un po' meno perché il regolamento è cambiato e si calcolano i costi in base al prezzo del carburante. I rimborsi più "pesanti", ovviamente, spettano a quei consiglieri provenienti dal Vastese. C'è un apposito tariffario, non si scappa. Ecco, quindi, che tra gettone di presenza e trasferta un consiglio andato a vuoto costa circa 3.000 euro alla Provincia.

Ovviamente, si tratta di un malvezzo che non ha una sola matrice politica. E' accaduto anche nella precedente consiliatura quando la maggioranza era di centrosinistra. Quella di centrodestra, però, non è sfuggita all'andazzo. Il giorno dopo l'ultimo buco nell'acqua il presidente del consiglio provinciale, Enrico Rispoli, ha provveduto alla riconvocazione per domani pomeriggio, alle ore 16,30. Questa volta si farà, prima di tutto perché si abbasserà il quorum.

Basteranno undici consiglieri per procedere alla discussione degli argomenti all'ordine del giorno. Tra questi, all'ultimo punto, figura «la richiesta presentata dai consiglieri dei gruppi di minoranza di istituzione di una commissione di studio sulla situazione finanziaria e debitoria dell'ente». Da oltre un anno, infatti, va avanti il rimpallo di accuse sui presunti debiti: il centrodestra accusa il centrosinistra di averli lasciati in eredità; il centrosinistra non ci sta e rimanda al mittente le responsabilità. Interventi, comunicati e conferenze stampa sull'argomento. Fiumi d'inchiostro e campagne di comunicazione. Il centrosinistra ha chiesto di andare fino in fondo e di accertare i committenti delle spese oggetto della polemica politica. Il centrodestra domani pomeriggio chiarirà la propria posizione e darà una risposta. Saranno scintille, come al solito!

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