Il giudice: «Angelini è attendibile»

28 Settembre 2011

Zaccagnini ritiene credibile l'imprenditore che ha accusato Del Turco

PESCARA. «Le dichiarazioni di Enzo Angelini appaiono pienamente attendibili»; «Angelini è ampiamente credibile quando afferma che incontrava regolarmente e frequentemente l'avvocato Anello nella sede della Fira».

Sono due delle frasi chiave scritte dal giudice per l'udienza preliminare Angelo Zaccagnini per motivare perché l'avvocato Pietro Anello sia stato condannato a una pena di 4 anni, oltre al pagamento di 1 milione 250 mila euro per 5 parti civili, tra Asl e Regione, nel procedimento costola del processo sanità che ripartirà venerdì.

Anello, residente a Roma, è uno dei tre nomi usciti dal filone principale, che vede 27 imputati tra cui l'ex presidente Ottaviano Del Turco, perché ha scelto il rito abbreviato. Il 13 giugno, è stato condannato per associazione per delinquere, abuso di ufficio e truffa aggravata, mentre è stato assolto dalla corruzione. Lo stesso giorno, invece, l'ex presidente Giovanni Pace e l'ex vice presidente della Fira Vincenzo Trozzi sono stati assolti.

«ATTORE PRINCIPALE».
Perché Anello è stato condannato? Il giudice Zaccagnini lo spiega in una sentenza di 61 pagine che tira in ballo i nomi simbolo dell'inchiesta tra cui Vicenzo Maria Angelini, il grande accusatore dalle cui confessioni è scaturito il terremoto giudiziario condotto dal pool di magistrati formato dal procuratore capo Nicola Trifuoggi e dai pm Giampiero Di Florio e Giuseppe Bellelli. Secondo l'accusa, Angelini avrebbe pagato ad Anello, tra ottobre e dicembre 2004, 250 mila euro per una perizia favorevole.

All'epoca, infatti, l'avvocato si stava occupando, per conto della Fira, degli aspetti tecnico giuridici della prima cartolarizzazione. «Come risulta dalla base documentale, l'imputato Anello», scrive Zaccagnini, «è stato un professionista pronto a porre i propri servigi contemporaneamente a disposizione di Angelini, dei rappresentanti infedeli della Regione e della stessa Regione, nel cui apparente interesse è stato reso un parere infedele. Anello è stato l'attore principale per poter ammantare la cartolarizzazione di una veste di convenienza per la Regione e le Asl mentre questi enti ne hanno ricevuto un ingente danno pari all'ammontare dei debiti non performing (80 milioni di euro) pagati benché insussistenti e non esigibili». Ancora, prosegue Zaccagnini: «Anello, dietro pagamento di somme di denaro da parte di Angelini, ha reso possibile che a quest'ultimo fossero corrisposti oltre 21 milioni per crediti inesistenti riconosciuti attraverso la cartolarizzazione "non performing" approvata con la delibera del 2004».

«ANGELINI ATTENDIBILE».
Ma le motivazioni della condanna di Anello invadono il campo del processo Del Turco, le cui udienze riprenderanno venerdì. L'inchiesta sulla sanità è basata sulla credibilità di Angelini, sui suoi interrogatori considerati dalla procura veritieri. Adesso, a rafforzare l'accusa, arriva la sentenza di un giudice: Zaccagnini scrive infatti più volte che il patron di Villa Pini è «attendibile». E lo scrive soprattutto quando motiva l'assoluzione per corruzione di Anello che «avrebbe chiesto e ottenuto da Angelini, presso la sede della Fira, 250 mila euro in cambio di un parere favorevole». Zaccagnini dice: «Anello è stato assolto dalla corruzione per ragioni di puro diritto. Non essendo un pubblico ufficiale, ma un libero professionista non può essere accusato di corruzione». Eppure, aggiunge il giudice, «nessun dubbio può essere nutrito sulle richieste di denaro da parte di Anello per portare a termine il suo parere».

Quelle richieste di denaro, ripercorre Zaccagnini, sarebbero state riferite da una segretaria di Angelini e dallo stesso imprenditore che, nel 2008, disse: «Ad Anello credo di aver dato 250 mila euro. Ho provveduto due volte alla Fira e una volta allo studio di Roma, in tre tranche». Così, il giudice commenta: «Angelini appare pienamente credibile e attendibile».

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