Il rito del Mastrogiuratoriempie la cittàtra musici, dame e duelli

Trentesima edizione della rievocazione storica del giuramento del Magistrato, che assumeva il compito di amministrare le fiere per le quali la città era conosciuta nel mondo

LANCIANO. «Faremo in modo che l'emporio dei frentani, secondo il costume degli antenati, accolga benignamente e generosamente le genti di ogni paese». Nell'edizione del trentennale, il giuramento in latino l'ha pronunciato in prima persona, nella veste di Mastrogiurato, Danilo Marfisi, presidente dell'associazione che organizza la rievocazione storica.

Il giuramento del Magistrato, che assumeva il compito di amministrare le fiere per le quali Lanciano era conosciuta nel mondo, è arrivato alle 19,40 in una piazza gremita e che ha cominciato a riempirsi, nonostante i 31 gradi, dalle 18,15. Quando, con un'ora di ritardo proprio per l'afa che ha sfiancato i figuranti negli abiti di velluto, hanno cominciato a riecheggiare il suono delle chiarine e dei canti antichi, i rumori di lance e spade, il battere incessante dei tamburi.

E' toccato al coro dei Magellensis aprire gli spettacoli, seguiti dal tamburi del Mastrogiurato e dagli sbandieratori di Bucchianico che, per la prima volta, hanno sventolato i vessilli al posto di quelli di Lanciano che, nonostante piccoli screzi con l'associazione, comunque hanno preso parte al corteo.

Alle 19,30 arriva il gruppo del Mastrogiurato con un emozionato Marfisi in abito di velluto rosso e dorato con bordatura di pelliccia e con al collo il medaglione della città di Visegrad e non di Lanciano: un segno di riconoscimento agli ungheresi per avergli conferito la cittadinanza onoraria.
Sfilano i gruppi ospiti, la Federazione italiana ed europea dei giochi storici (Figs), dame e cavalieri, giocolieri trampolieri e mangiafuoco di Riedenburg (Germania), di Cordes sur ciel (Francia), i Cavalieri dell'ordine di San Giorgio di Visegrad, quelli della disfida di Barletta.
Annunciati dalle chiarine e dai tamburi fanno l'ingresso le dame dagli abiti di velluto e dai lunghi strascichi, cavalieri e nobiluomini in calzamaglia e casacche di velluto dei 4 quartieri. Poi la sfilata tra migliaia di sguardi che hanno assistito ai combattimenti dei cavalieri.

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