Il sindaco agli arresti: «Mai tangenti per i lavori, vado avanti»

10 Ottobre 2017

Casacanditella. Giuseppe D'Angelo scrive una lettera-sfogo e chiede di tornare libero: nessun favore alle ditte

CASACANDITELLA. «Io non ho percepito un centesimo e non ho comprato nessuna porchetta». Giuseppe D’Angelo, il sindaco di Casacanditella agli arresti domiciliari dal 27 settembre scorso, respinge ogni accusa. E non si dimette: «Al nostro paese ho dato tanto e voglio continuare a dare tanto». Lo dice proprio D’Angelo in una lettera indirizzata al vice sindaco Eleonora Firmani e a tutti i consiglieri comunali di Casacanditella. D’Angelo ribatte alle tesi sostenute dalla squadra mobile dell’Aquila e dalla procura di Avezzano che indagano sugli appalti dell’Unione dei Comuni delle Colline Teatine, di cui Casacanditella è ente capofila. Il sindaco è accusato di aver preso tangenti e aver pilotato una gara per il consolidamento di una frana a San Martino sulla Marrucina. D’Angelo vuole smontare ogni capo di imputazione: attraverso i suoi legali, gli avvocati Antonio Luciani e Marco De Merolis, ha presentato istanza di revoca della misura cautelare al gip Francesca Proietti e un’altra istanza al Tribunale del Riesame dell’Aquila: «D’Angelo è un cittadino onesto che, ormai, da due settimane si trova agli arresti domiciliari», dice l’avvocato Luciani, sindaco di Francavilla.
La lettera di D’Angelo è stata letta dal vice sindaco durante l’ultimo consiglio comunale e si apre con i ringraziamenti per «i consiglieri comunali di maggioranza che mi hanno fatto sentire la loro vicinanza, il loro calore e soprattutto la loro fiducia. Non avevo dubbi sulla loro fiducia e ora sento che si è ulteriormente rafforzata». Poi, l’annuncio che resterà in municipio: «Grazie per avermi dato la forza di andare avanti e continuare a lavorare per questo paese».
Il sindaco racconta la sua versione sui rapporti con i principali indagati, l’imprenditore di Penne Sergio Giancaterino e il suo braccio destro Antonio Ruggeri, di Pescina: «I fatti reali», sottolinea. È la stessa versione che D’Angelo ha fornito durante l’interrogatorio di garanzia: «La storia vera è quella che lunedì scorso dalle 13,35 alle 14,10, accompagnato dai miei legali che pubblicamente ringrazio, ho esposto al gip di Avezzano: nel febbraio/marzo 2015 una persona, in municipio, mi ha fatto conoscere Antonio Ruggeri che si è presentato come uomo del Vaticano e direttore di una fondazione facente capo al Vaticano». Secondo D’Angelo, Ruggeri non si sarebbe mai presentato come collaboratore di Giancaterino. «Ruggeri subito mi ha chiesto chi fosse il patrono di Casacanditella e quali santi fossero festeggiati. Ho detto che la festa più importante, nonché la più seguita dai fedeli e dai cittadini, è quella della Madonna dell’Assunta del 15 agosto». Secondo il sindaco, «Ruggeri ha subito replicato che la fondazione vaticana di suo riferimento avrebbe fatto pervenire dei contributi». Il sindaco è accusato di aver percepito tangenti per circa 10 mila euro «camuffate» con «l’acquisto dei biglietti della lotteria patronale, noleggio di tendoni per una festa, contributi in beneficenza». D’Angelo contesta questa tesi: «Io non ho mascherato niente (contrariamente a quanto affermano i giornali)», scrive D’Angelo, «perché i contributi e i soldi per l’acquisto dei biglietti della lotteria sono stati consegnati direttamente ai componenti del comitato feste. Il contributo di mille euro per l’edicola di Sant’Anna a Semivicoli è stato consegnato direttamente al comitato. Il tendone, altro elemento citato negli articoli di giornale, era per la serata di beneficenza di Noemi ed è stato pagato direttamente alla ditta fornitrice dietro emissione di regolare fattura». I documenti sono stati depositati in tribunale.
Il sindaco poi assicura che nessun favore è stato fatto alla ditta di Giancaterino: «Io avrei dovuto pilotare le gare della Cuc per favorire la ditta Giancaterino costruzioni sas. Bene, dal 2015 a oggi, la Cuc ha bandito circa 10 gare di appalto e quante gare ha vinto la Giancaterino? Zero, nessuna gara».