La pioggia non ferma il Mastrogiurato

6 Settembre 2010

Monito fuoriprogramma del «magistrato» Ranieri: torniamo a dispensare amore

LANCIANO. Alle 17,45 tuoni, fulmini e una pioggia incessante si sostituiscono al suono delle chiarine, al ritmo cadenzato dei tamburi, agli spettacoli di mangiafuoco e danzatrici del ventre. Un'ora di diluvio poi, come per magìa, il cielo si è aperto, le centinaia di persone che avevano trovato rifugio sotto i portici, in cattedrale e in municipio sono tornate a riempire piazza Plebiscito e il Corso e la macchina del Mastrogiurato, già in moto, è ripartita con lo spettacolo degli sbandieratori.

Volteggi e acrobazie del gruppo frentano hanno incantato il pubblico che ha continuato a scrutare il cielo plumbeo. Il testimone è passato al coro dei «Magellensis». E poi via, in una specie di corsa contro il tempo, al corteo. «Non è mai accaduto che la rievocazione saltasse per la pioggia», ricorda Danilo Marfisi, presidente del Mastrogiurato. «C'è stato solo un cambiamento del programma con alcuni spettacoli spostati».

Dai Magellensis gli sguardi si sono spostati curiosi sul Mastrogiurato, impersonato dal lancianese Gabriele Ranieri, funzionario della Fao, seguito da uno stuolo di cavalieri - in 4 a cavallo - e nobiluomini in calzamaglia e casacche di velluto, armigeri e il gruppo tedesco di giocolieri, mangiafuoco, giullari che ricordano il volto delle fiere e quello dei mercanti.

Dopo il giuramento in latino del magistrato che apriva le fiere frentane ai mercanti di tutto il mondo, Ranieri ha invitato i presenti a «riappropiarsi del senso di disponibilità, fraternità e amore per tutti i popoli che distingueva i frentani».

E' poi sfilato tra due ali di folla il corteo con circa 400 figuranti: dame dai vestiti di velluto con lunghi strascichi, cavalieri, armigeri.

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