La resilienza del vino: produrre meno, ma meglio

Cantina Frentana (650 soci) affronta la fase congiunturale più difficile per tutti: «Dobbiamo essere custodi e non proprietari di ciò che ci è stato donato»
ROCCA SAN GIOVANNI. Il settore vitivinicolo, a livello nazionale e mondiale, fa i conti con i consumi in calo, le guerre e i dazi statunitensi che generano preoccupazione e stallo nelle vendite. In questa difficile congiuntura, la Cantina Frentana sceglie la strada della resilienza con l'obiettivo di «produrre meno e produrre meglio», per preservare il territorio e tutelare gli oltre 650 soci. A incarnare questi valori, malgrado gli 80 anni di età da poco compiuti, è il presidente Carlo Romanelli, da trent’anni al timone della cantina e rieletto all'unanimità dall'assemblea dei soci insieme al vice Giuseppe Alfino. La situazione congiunturale, tuttavia, non ferma Frentana, che continua ad investire in idee e progetti e ad allargare la propria famiglia. Si è concluso a giugno, infatti, il processo di fusione per incorporazione con Cantina San Giacomo, che segue la prima unione del 2021 con Cantina Sangro e certifica la nascita di una nuova realtà vitivinicola.
Con tre stabilimenti produttivi, Frentana oggi può contare su circa 1450 ettari di vigneto che insistono su otto comuni e abbracciano un comprensorio ampio dalle ultime pendici della Maiella alla Costa dei trabocchi. Sono 36 i dipendenti della cooperativa fondata nel 1958 e oltre 17 i milioni di euro di valore della produzione. Sul fronte dei conti il bilancio aziendale 2024-2025 della cooperativa di Rocca San Giovanni ha fatto registrare un incremento positivo, nonostante una produzione che ha fatto fatica a ritornare nella norma dopo quella molto scarsa del 2023. Aumenta del 7% rispetto all’anno precedente il fatturato in bottiglia, attestandosi a 4.755.449 euro. I ricavi dell’imbottigliato hanno superato i 4,75 milioni di euro con un incremento del +7%. Crescono anche gli incassi dei punti vendita che raggiungono un +6% (pari a 37.507 euro). La liquidazione media a quintale per i soci è pari a 49 euro, la terza più alta di Cantina Frentana negli ultimi venti anni, mentre la liquidazione della vendemmia 2024 ammonta a 10.643.240 euro.
«Quella del 2024 è stata una vendemmia più che positiva», afferma il direttore della cantina, Felice Di Biase, snocciolando i dati, «che ha visto un incremento del 140% rispetto al 2023 (poco meno di 217mila quintali di uve conferite, ndc), vendemmia caratterizzata dalla presenza del fungo killer della peronospora». Con la Banca dei vigneti, Frentana consente ai viticoltori anziani di mantenere la proprietà e dare in gestione la vigna alla cooperativa. Ma al di là dei numeri, Frentana conferma la sua anima attenta alla cura del territorio, attestata dal secondo e completo bilancio di sostenibilità e dalla certificazione Equalitas, che investe tutti i livelli della filiera del vino. Produce energie rinnovabili e acquista esclusivamente da fonti energetiche certificate.
Con l’obiettivo di difendere i paesaggi agricoli, massimizzare il valore della produzione e garantire un reddito sostenibile ai viticoltori, la cooperativa ha avviato un progetto triennale di “Zonazione viticola dell’area frentana” (Zaf) per studiare il territorio di riferimento, individuare il migliore rapporto vitigno-ambiente e cercare di ottenere il massimo possibile da ogni vigneto. Quest'anno si sono poste le basi di lavoro stringendo un patto con le Università di Bologna e Teramo, nel 2026 si partirà operativamente. «Il territorio è prezioso e va custodito», sottolinea Di Biase. «Se agiamo con questa filosofia, come custodi e non come proprietari di ciò che ci è stato donato, riusciremo a trovare una chiave di lettura diversa per preservare il nostro territorio e consegnarlo alle future generazioni meglio di come lo abbiamo trovato».
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