La Sider Vasto in crisi cerca nuovi partner

Assemblea dei 55 lavoratori in cassa integrazione straordinaria fino a giugno Cisl e Cgil: l’azienda è sana senza debiti né pendenze, è un grande vantaggio

VASTO. Il futuro di 55 lavoratori della Sider Vasto di Punta Penna è legato ad un filo. L’azienda non vuole chiudere ma ha bisogno di un nuovo partner per proseguire il percorso produttivo. Lo ha ribadito ieri mattina nel corso dell’assemblea sindacale che si è tenuta all’esterno della fabbrica chiusa ormai da 8 mesi.

«L’azienda ci ha confermato il massimo impegno nella ricerca di una soluzione. Purtroppo nè l'edilizia, nè il settore dell’auto si sbloccano. Senza clienti è difficile andare avanti», dice Angelo De Luca, segretario provinciale Cisl.

La speranza di sopravvivenza della storica azienda siderurgica è legata all’ingresso in società di un nuovo partner che porti nuove risorse economiche ma anche nuovi prodotti. «La Sider Vasto è un’azienda sana che non ha debiti, nè pendenze, e questo è un vantaggio», spiega Mario Codagnone, segretario generale Cgil. «Entro fine aprile i lavoratori riceveranno il 50% della busta paga di dicembre. Il restante 50% arriverà fra qualche mese. I lavoratori sono in cassa integrazione straordinaria fino a giugno. Poi cercheremo di ottenere un altro periodo di cassa integrazione ordinaria. Nel frattempo prosegue la ricerca di un nuovo socio», spiegano i sindacati.

Sider Vasto ha iniziato a lavorare a Vasto nel 1978. Nel 2004 ha incorporato la PrilVasto di Basciano (Teramo) per poter ampliare la produzione. Alla fine degli anni 90 gli ordinativi si sono moltiplicati e l’organico è arrivato a sfiorare le 90 unità. I problemi sono cominciati nel 2005. Il 30% dei lavoratori è stato mandato a casa. Ora gli operai sono 55.Purtroppo nè l’edilizia nè l’auto accennano a riprendersi. Il ferro non si vende. Servirebbero nuovi prodotti, nuove idee e nuove iniziative.

«I lavoratori non saranno lasciati soli. Nulla sarà lasciato intentato», insistono De Luca e Codagnone. La situazione tuttavia è delicatissima. I volumi produttivi di tutte le fabbriche sono in picchiata. Attualmente nel Vastese ci sono più di 1000 lavoratori cosiddetti “maturi”, ossia ultraquarantenni alle prese con un presente drammatico e un futuro che non c’è. Sono sempre di più i residenti che hanno oltrepassato la linea sottile che separa la normalità dalla povertà.

«Il Vastese ha ancora dei politici ?», ha chiesto ieri un gruppo di lavoratori. «Questa terra ha bisogno di una terapia d’urto», hanno ribadito. (p.c.)

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