Lettera choc: l’Archivio di Stato va soppresso

18 Ottobre 2014

Il ministero dei Beni culturali ha già deciso. L’ultima speranza resta il progetto della Sangritana

LANCIANO. «È necessario esaminare l’opportunità di sopprimere formalmente la sezione dell’Archivio di Stato di Lanciano». Con queste parole la direttrice generale ad interim del ministero ai Beni culturali, Rossana Rummo, ha comunicato l’altroieri alla direzione provinciale dell’Archivio di Stato di Chieti, l’intenzione di cancellare definitivamente la sede archivistica lancianese, già chiusa nel maggio scorso per problemi di sicurezza antincendio e di spese di affitto onerose in viale Cappuccini. Gran parte del materiale documentario risalente al 1500 è stato immagazzinato in un deposito di Moscufo da una ditta specializzata, in attesa di giungere ad una conclusione. I quattro impiegati lancianesi - Pietro Federico, Jole Cieri, Rosa Ciccarone e Filomena Santese - sono stati aggregati all’ufficio di Chieti, ma scalpitano - anche con l’aiuto dei sindacati del settore - per propiziare una conclusione diversa a questa vicenda, che mesi fa vide il coinvolgimento del sindaco frentano Mario Pupillo, da pochi giorni diventato anche presidente della Provincia. Dalla direzione archivistica di Chieti giungono parole di “rammarico e immenso dispiacere” per la prevedibile fine della sezione lancianese, che la direttrice generale Rummo motiva anche con «l’esigenza di contenere la spesa per locazioni passive e di ristrutturare la presenza di questa amministrazione sul territorio». Anche nel 1994, aggiunge la Rummo, ci fu un gruppo di lavoro che «aveva propiziato questo provvedimento».

La direzione generale del ministero ha così deciso, ma la lettera della Rummo non è ancora un decreto.

Qualche margine di soluzione positiva sta forse nella Sangritana, che da mesi lavora per un progetto complessivo (Archivio di Stato, Archivio Sangritana e Archivio comunale) da localizzare nella sua ex-officina in via del Mancino, a pochi metri dalla “Biblioteca Liberatore" e non molto lontano dal polo museale Santo Spirito. Il presidente Pasquale Di Nardo non entra nel merito del problema e delle inevitabili polemiche, ma dice che la sua azienda sta per presentare al ministero ai Beni culturali un progetto di «adeguamento per le nuove necessità»: archivio di Stato e archivio comunale. Forse non tutto è perduto.

Gino Melchiorre

©RIPRODUZIONE RISERVATA