Maiella, ritrovata la turista dispersadopo sei giorni al freddo e senza cibo

E' in buone condizioni di salute. Di Sarolta Tripolszky non si avevano notizie da sabato 6 agosto. La ragazza aveva avvertito di essersi persa sulla montagna con un sms i suoi genitori in Ungheria

PASSO LANCIANO. È stata ritrovata stamattina in buone condizioni fisiche dopo sei giorni l'escursionista ungherese Sarolta Tripolszky, 20 anni, di cui non si avevano notizie da sabato 6 agosto. La ragazza aveva avvertito di essersi persa sulla montagna abruzzese con un sms i suoi genitori in Ungheria. Al momento del ritrovamento, vicino a Passo Lanciano, sotto al vallone dell'Anfiteatro delle Murelle si stava lavando in in una pozza d'acqua.

Sarolta Tripolszky è stata brava ad adattarsi a condizioni ambientali difficili ma non del tutto sfavorevoli. I soccorritori infatti raccontano che il vallone dove è stata ritrovata - e che si insinua dentro il cuore della Maiella - corre lungo una costa a 1600 metri e ci sono molti anfratti nella roccia dove proteggersi dal freddo di notte. Spaccature, grotte, ripari che le hanno permesso di sopravvivere alla brutta avventura quando da sabato scorso si è persa in montagna a causa del maltempo.

La ragazza - che nella vita è biologa, ambientalista e ha anche lavorato con la Commissione Europea a Bruxelles - poi ha provato a scendere verso valle nel canalone ma in alcuni punti ha trovato dei salti troppo pericolosi e quindi ha preferito con buon senso risalire. Ai soccorritori del Cai aquilano ha poi chiesto se era possibile uscire verso l'alto da quell'imbuto naturale, segno di una certa esperienza in natura. Ha detto di non aver incontrato animali, di non aver acceso fuochi perché non aveva gli strumenti e di essersi nutrita solo con dei wafers.

È stato Antonio Pace, del Soccorso Alpino del Cai dell'Aquila, a ritrovare materialmente Sarolta Tripolszky nella gola delle Murelle. "Si stava lavando in una pozza d'acqua", racconta il soccorritore. "È in buone condizioni fisiche, ma la prima cosa che ha chiesto è stata quella di mangiare e io volentieri gli ho ceduto il mio panino al prosciutto. L'ho fatto con gioia, perché non credevo di ritrovarla viva...".

"È stato un miracolo che la ragazza sia sopravissuta", sostiene. E se è ancora su questa terra "si deve anche al fatto che è alta e fisicamente forte, però aveva anche una giacca che l'ha protetta dal freddo". Sei giorni in alta montagna con le rigide temperature di queste notti rappresentano però una prova estrema per qualunque fisico.

"La sua sfortuna è che nell'sms che ha mandato ai genitori in Ungheria ha dato delle indicazioni sbagliate e noi l'abbiamo cercata in altra zona, ma la sua fortuna è che è finita in questo vallone dalle pareti scoscese che in parte l'hanno protetta dal freddo", prosegue Pace, "non credo che di notte qui sia mai scesa sotto ai dieci gradi".

A mettere sulle sue tracce i soccorritori è stato il ritrovamento accidentale della sua macchina fotografica in una zona dove in teoria non avrebbe dovuto esserci. E quel vallone poteva essere percorso da una persona senza attrezzatura solo in risalita: dopo qualche ora infatti la ragazza è stata ritrovata.

Ora la giovane ungherese, dopo aver riabbracciato madre e fratello al campo base allestito ai piedi della montagna, è stata portata per accertamenti all'ospedale di Chieti, ma le sue condizioni sembrano ottimali.

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