Meduse: i nuovi predatori dell’Adriatico

23 Marzo 2014

Allarme nel convegno all’Accademia dei Lincei: «Si sta riproducendo una specie sconosciuta»

LANCIANO. Gli effetti tossici sui pesci e sulla catena alimentare umana e le conseguenze sulla biodiversità delle specie marine tra le quali i pesci, che diventano sempre meno, e le popolazioni di meduse, che stanno crescendo sempre più numerose: sono due degli effetti del cambiamento climatico del mare di cui si è discusso all’Accademia dei Lincei in occasione del convegno sulla “Gestione sostenibile del mare Mediterraneo”. Già lo scorso anno nelle acque della costa teatina si era levato più volte l’allarme per la presenza massiccia di meduse.

«Il cambiamento climatico mette a rischio la biodiversità e causa perduranti effetti nocivi, attraverso la catena trofica acquatica marina, anche sulla specie umana», ha detto Enrico Alleva, accademico dei Lincei, aggiungendo che «questo colpisce in particolare i soggetti più vulnerabili quali i bambini, gli anziani e i portatori di patologie per esempio a carattere neuro-immunitario o nutrizionale. La causa principale è l’evaporazione dovuta al surriscaldamento globale, che sta facendo aumentare in mare la concentrazione di sostanze tossiche che sono assorbite dai pesci e da questi all’uomo nella catena alimentare».

Per quanto riguarda la perdita di biodiversità del Mediterraneo, il professore Ferdinando Boero, dell’Università del Salento, ha sintetizzato la situazione dicendo «stiamo passando da un mare pieno di pesci ad un mare pieno di meduse, questo accade in tutti i mari e negli oceani. Stiamo decimando le specie di pesci, e le meduse occupano lo spazio biologico lasciato libero. Finora molte specie di meduse sono arrivate nel nostro mare trasportare dalle navi, oggi per la prima volta abbiamo scoperto in Adriatico una nuova medusa finora sconosciuta che sta sviluppando una nuova popolazione».

La nuova medusa, che appartiene alla genere Pelagia, sarà dedicata al famoso biologo marino croato Adam Benovic, recentemente scomparso. «Le meduse», conclude il professor Boero, «ci stanno dicendo che abbiamo sfruttato troppo il mare».

Nel corso del convegno sono stati trattati tutti i principali aspetti riguardanti la gestione del Mare Mediterraneo, dai trasporti alla pesca, alle ricerche scientifiche, all'inquinamento, agli aspetti geopolitici e demografici.

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