Morte Sara Turzo, i colleghi in lacrime: «Era seria e brillante»

L’Ordine forense si stringe alla famiglia: «Si è sempre contraddistinta anche per le sue doti umane. Non ci sono parole»
ORTONA. Era una professionista seria, brillante, appassionata del suo lavoro e amata dai colleghi. La comunità forense ortonese e teatina piange la scomparsa di Sara Turzo, l’avvocata 33enne che ha perso la vita in un tragico incidente sulla Statale 16 a Mola di Bari. Iscritta all’Ordine degli avvocati di Chieti, aveva mosso i suoi primi passi professionali nel noto studio abruzzese “Mililli Associati”, dove aveva svolto la pratica dal 2016 al 2020 per poi continuare la collaborazione fino al 2023.
«Sara», ricorda l’avvocato Maurizio Mililli, «ha svolto la pratica da noi con dedizione, e al primo tentativo ha ottenuto l’abilitazione. Era votata al diritto amministrativo, in particolare agli appalti, ma eccelleva anche nel civile. Una persona eccezionale, preparata, sempre pronta ad approfondire e a proporre soluzioni mai banali. E aveva grande senso del dovere, sicuramente mutuato dai valori della sua famiglia. Lascia un vuoto incolmabile». Dal gennaio 2024 collaborava con lo studio romano associato “Legal Team”, con sede, oltre che nella capitale, anche a Bari, Bologna, Altamura e Ortona, dove esercitava. Aveva anche svolto un corso a numero chiuso con l’Anac dopo essersi laureata a Bologna con una tesi in diritto amministrativo sul conflitto di interessi nella funzione del responsabile delle misure preventive dei fenomeni corruttivi.
Il presidente dell’Ordine degli avvocati di Chieti, Goffredo Tatozzi, si unisce al cordoglio per la giovane avvocata: «Apprendo con profondo dolore della tragica scomparsa della collega Sara Turzo, che si è sempre contraddistinta per serietà, competenza e per le sue spiccate doti umane. A nome dell’intero foro, esprimo commosso cordoglio alla famiglia». Nipote del compianto maresciallo dei carabinieri Vincenzo Turzo, molto noto nella cittadina ortonese, Sara era stimata da tutto l’ambiente legale abruzzese, e conosciuta da tanti a Ortona. «Giovedì», racconta Mililli, «ci saremmo dovuti ritrovare per una cena di studio e ci sarebbe stata anche lei, anche se non lavorava più da noi. Non ci sono parole per descrivere il dolore di queste ore».
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