Neutrini tra Ginevra e L'AquilaLa velocità della lucesuperata per la seconda volta

Nuovo test sui neutrini "sparati" dal Cern di Ginevra ai Laboratori Nazionali del Gran Sasso dell'Istituto Nazionale di Fisica Nucleare nell'esperimento Cngs (Cern Neutrino to Gran Sasso)

L’AQUILA. I nuovi dati, non ancora ufficiali, indicano che i neutrini sono più veloci della luce di 60 nanosecondi sulla base di misure ancora più dettagliate e precise rispetto a quelle eseguite nel settembre scorso. Come allora, i neutrini analizzati sono quelli "sparati" dal Cern di Ginevra ai Laboratori Nazionali del Gran Sasso dell'Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (Infn) nell'esperimento Cngs (Cern Neutrino to Gran Sasso). "È un altro passo in avanti, ma la vera conferma deve ancora arrivare", ha detto all'ANSA il fisico Antonio Ereditato, coordinatore di Opera. "Anche questo risultato", ci tiene a precisare, "arriva da uno sforzo collettivo di Opera e dalla forte collaborazione con il Cern".

Rispetto al settembre scorso, quando erano stati studiati i grandi "pacchi" di neutrini prodotti per l'esperimento Cngs, questa volta i fasci analizzati sono stati "dedicati" alle misure sulla velocità di queste particelle. Sono stati quindi prodotti "pacchetti" di neutrini molto più compatti e molto distanziati l'uno dall'altro, in modo da poterli studiare uno ad uno con un grandissimo dettaglio.

La precisione di queste nuove misure è tale, ha detto Ereditato, che "già con soli 20 eventi abbiamo una conferma significativa dei dati". Tuttavia, ha aggiunto, "il risultato dovrà ancora essere confermato con misure indipendenti".

Quello che è certo, ha detto ancora, "è che adesso sono state eliminate tutte le possibili fonti di errore" ed è stato possibile rispondere alle obiezioni finora sollevate da alcuni.

Mentre nei Laboratori del Gran Sasso i fisici continueranno a raccogliere nuovi dati, negli Stati Uniti i loro colleghi sono già al lavoro per preparare test analoghi presso il  Fermilab di Batavia (Chicago), che invia un fascio di neutrini verso i rivelatori dell'esperimento Minos, distanti 730 chilometri.

I nuovi dati sulla velocità dei neutrini rendono fiduciosi, anche se non costituiscono ancora la conferma definitiva: così il presidente dell'Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (Infn), Fernando Ferroni, ha commentato i nuovi dati della collaborazione internazionale Opera. "Quella ottenuta grazie ai nuovi test", ha osservato, "è una misura così delicata che ha profonde implicazioni per la fisica, richiede un eccezionale livello di approfondimento".

Per Ferroni "l'esperimento Opera, grazie al particolare adattamento dei fasci di neutrini del Cern, ha realizzato un test importante per la consistenza dei suoi risultati. Il risultato positivo dei test ci rende più fiduciosi sulle misure, anche se", ha rilevato, "la parola decisiva può essere detta solo dalla realizzazione di esperimenti analoghi in qualche altra parte del mondo".

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