«Non sono il bombarolo». E riceve dal Comune l’ok ai lavori utili

Ad Antonio Sgrò restano da scontare due anni e mezzo dopo il fallito attentato all’auto di una donna. L’ultima parola spetta al giudice ma l’avvocato è fiducioso: la sua condotta in carcere è stata esemplare
VASTO. Il 5 giugno 2024 è stato condannato dal tribunale di Vasto a cinque anni e sei mesi di reclusione e 6mila euro di multa più il risarcimento alla parte lesa. La stessa pena era stata confermata il 7 dicembre 2024 dalla Corte d'Appello dell'Aquila. Antonio Sgrò, 66enne calabrese, ritenuto l’uomo che il 15 gennaio 2023 posizionò sotto l'auto di una professionista vastese una bomba incendiaria, ha già scontato metà della pena nel carcere vastese di Torre Sinello, ma continua a professarsi innocente. Il difensore, l'avvocato Raffaele Giacomucci, dopo aver ottenuto il consenso del Comune di Vasto e la disponibilità ad ospitarlo di un centro di accoglienza di Casalbordino, ha chiesto per il 66enne la sostituzione della pena detentiva con un domicilio vigilato.
«Nel frattempo il mio cliente può svolgere lavori socialmente utili. Il Comune ha accolto questa richiesta», sottolinea l'avvocato. Il 28 ottobre prossimo è prevista in tribunale l'udienza nel corso della quale i giudici dovranno pronunciarsi sulla richiesta. Una perquisizione nei locali a disposizione di Sgrò nel 2023 aveva portato al rinvenimento e alla confisca di una carabina, delle cartucce e di materiale simile a quello utilizzato per il confezionamento della bomba.
Una dettagliata relazione venne trasmissione alla competente Direzione di artiglieria. Dopo l’attentato gli investigatori avevano scavato nella vita privata della scampata vittima (che si è costituita parte civile assistita dall'avvocato Rosario Di Giacomo) scoprendo che tempo prima era stata oggetto di molestie da parte di un uomo e che nello stesso periodo aveva rifiutato le avances di Antonio Sgrò. E su di lui gli investigatori hanno concentrato la loro attenzione. Eppure Sggò, come detto, ha sempre negato di essere autore dell'attentato. Ad inchiodarlo sono state le immagini di una telecamera che era stata sistemata dalla vittima nella sua auto. In sede processuale il difensore ha poi tentato di alleggerire la sua posizione. Il Tribunale del riesame ha però rigettato la richiesta degli arresti domiciliari.
Sgrò, accusato anche di atti persecutori e violenza di genere, venne arrestato una settimana dopo l'attentato e da allora è rimasto in carcere In sostanza potrebbe scontare altri due anni e mezzo con lavori socialmente utili. Il lavoro di pubblica utilità è una pena sostituiva delle pene detentive brevi; può essere applicato dal giudice se la condanna da scontare non è superiore a tre anni. Ed è per questo motivo che l'avvocato Giacomucci appare fiducioso. Ma non solo: «Durante la pena detentiva il mio cliente ha dimostrato di non essere un violento, sono fiducioso nelle decisioni che il prossimo 28 ottobre saranno prese dai giudici».
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