Ora la d’Annunzio vuole vendere l’ateneo telematico: c’è il via libera

Chieti, formazione e futuro. Il rettore Stuppia: «Non ha più senso conservare il controllo dell’Unidav di Torrevecchia Teatina. Con il Covid la nostra università ha iniziato a potenziare autonomamente l’insegnamento a distanza»
CHIETI. L’università Gabriele d’Annunzio ha intenzione di dire addio all’ateneo telematico Leonardo da Vinci (Unidav). Le strade delle due università sono destinate a separarsi per volontà del rettore della d’Annunzio Liborio Stuppia. La ragione è semplice: l’Unidav è nata per volontà della d’Annunzio, attraverso la propria Fondazione Gabriele d’Annunzio, che ha deciso di dotarsi di un ateneo telematico. La decisione di creare una università che erogasse corsi online è stata presa all’inizio degli anni Duemila: all’epoca alla d’Annunzio i corsi si tenevano solo in presenza ma, vent’anni dopo, con l’esplosione dell’emergenza Covid, la d’Annunzio è stata costretta a spingere l’acceleratore sul digitale e, anche ora che l’emergenza sanitaria è rientrata, la didattica può essere erogata in maniera mista (online e in presenza), sebbene la parte in presenza resti la modalità principale.
A fronte di questi cambiamenti, mantenere un ateneo telematico non appare più così conveniente. E così il rettore Stuppia ha presentato la sua idea in Cda, dove ha trovato un’accoglienza favorevole. «Il rettore osserva», si legge nella delibera del cda dannunziano, «che tra gli obiettivi strategici dell’ateneo vi è il potenziamento dell’insegnamento universitario a distanza, oggi perseguibile anche nell’ambito delle università presenziali (non telematiche). Il rettore aggiunge che l’università d’Annunzio è partner del Digital Hub Edunext, un ecosistema digitale innovativo che punta su inclusività, innovazione e flessibilità.
La rete Edunext coinvolge 35 università d 5 istituzioni Afam, con l’obiettivo di modernizzare l'istruzione superiore. Come è noto, prosegue il rettore, l’ateneo, attraverso la propria Fondazione, controlla l'università telematica Leonardo da Vinci, che ha come proprio fine istituzionale lo svolgimento di corsi universitari a distanza. Ebbene, la suddetta scelta strategica di integrare l’insegnamento universitario a distanza nell’ateneo rende evidentemente ultroneo il mantenimento di una struttura controllata per svolgere sostanzialmente la medesima attività».
L’Unidav è nata nel 2004 attraverso la Fondazione d’Annunzio. È la Fondazione che controlla, per conto dell’università d’Annunzio, l’ateneo telematico che ha sede a Torrevecchia Teatina. E infatti il presidente della Fondazione d'Annunzio è, di diritto, anche presidente del cda Unidav. Per il rettore, «la sopravvivenza di Unidav», si legge in delibera, «implica la separazione delle sue sorti da quelle dell’ateneo che diede impulso, attraverso la Fondazione, alla sua nascita».
Questa soluzione favorirebbe anche la sopravvivenza della stessa Unidav, che è una delle 11 università telematiche italiane riconosciute dal ministero dell’Università e della ricerca, oltre a portare soldi all'ateneo-madre. «Un’operazione di questo genere potrebbe, peraltro, apportare benefici di carattere finanziario, in un momento storico caratterizzato da particolari ristrettezze per le università statali, collocando Unidav sul mercato a numero chiuso delle università telematiche», viene puntualizzato in delibera. Il cda della d'Annunzio ha dunque deliberato di avviare l’iter di cessione dell'ateneo telematico, costituendo «un tavolo tecnico-operativo con il compito di sviluppare, con la massima tempestività, una proposta da sottoporre al consiglio di amministrazione, relativamente alle modalità di collocazione sul mercato di Unidav e all'iter procedurale da seguire». A breve saranno, dunque, presentati i primi risultati del tavolo tecnico.
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