Palmoli, 25 profughi ospiti dell’ex convento

Giunti da Mali e Bangladesh resteranno in paese fino al 31 dicembre. Al via i corsi di alfabetizzazione

PALMOLI. Arrivano a gruppi, alcuni dopo qualche giorno vanno via, altri restano. Sono centinaia i profughi ospitati nel Vastese e nella vicina Termoli. L’ultimo gruppo, 25 giovani arrivati dal Mali e dal Bagladesh, è ospitato nell’ex convento Sacra Famiglia, alle porte di Palmoli. Sono arrivati la settimana scorsa ma la notizia è trapelata solo ieri. La destinazione dei profughi è stata decisa dalla prefettura di Chieti e concordata con l’amministrazione comunale del paese guidata da Giuseppe Masciulli. I 25 giovani che hanno chiesto asilo politico sono seguiti da vicino da carabinieri, polizia, Asl e Croce Rossa. Sono arrivati senza che nessuno se ne accorgesse.

E prima di loro Palmoli aveva ospitato 7 donne eritree e una quindicina di bambini. «Loro sono andati in Germania», spiega il sindaco Masciulli. «Questi 25 ragazzi resteranno a Palmoli fino al 31 dicembre. Grazie alla disponibilità degli operatori di una cooperativa abbiamo avviato corsi di alfabetizzazione».

Trenta chilometri più a sud, a Termoli, i profughi sono più di cento e molti altri sono stati distribuiti lungo la riviera.

Continuano ad arrivare a migliaia in Italia soprattutto dal Nord Africa. L’Abruzzo è una terra di passaggio. Erano venti gli immigrati giunti a Chieti il 29 luglio scorso. Dopo un periodo di tregua è ripreso il flusso. L’accoglienza e la ricettività non potrà certo durare all’infinito. Il prefetto, Fulvio Rocco De Marinis, che sovrintende le operazioni, cerca di trovare un tetto al maggior numero di persone. «Noi facciamo la nostra parte. I ragazzi che ospitiamo in questo periodo sono tranquilli. Sono persone disperate e in cerca di aiuto», dice il sindaco Masciulli. I cittadini hanno accolto la cosa di buon grado. Malumori e proteste invece a Termoli dove nelle ultime ore è arrivato un altro centinaio di profughi. Quello che i residenti non accettano è il silenzio delle istituzioni. La prefettura locale li ha sistemati in gran segreto in un hotel. I termolesi avrebbero voluto essere informati. Lo scetticismo della popolazione locale è stato condiviso dai rappresentanti del Movimento 5 Stelle. «I cittadini hanno il diritto di sapere chi saranno i loro vicini di casa. Se non ci sono pericoli perché tanta segretezza?», incalza Nicola Di Michele invocando maggiore trasparenza. (p.c.)

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