Volontari e sponsor della Capanna di Betlemme di Chieti

CHIETI

Pranzi, preghiere e tombolata: ecco la festa dei più bisognosi / VIDEO + FOTOGALLERY

Le iniziative della Capanna di Betlemme per il periodo natalizio: aiuti a senzatetto e momenti di ascolto

CHIETI. «A Natale è festa per tutti». Con questo motto la Capanna di Betlemme, il centro d’accoglienza dell'associazione Papa Giovanni XXIII diretto da Luca Fortunato, continua ad animare il periodo natalizio con tante manifestazioni per far sentire la propria vicinanza a chi ha di meno.

Nella serata della Vigilia c’è stato il cenone organizzato per i senzatetto. Dal centro di accoglienza sono partite unità di strada anche alla volta di Pescara per invitare chi non ha casa alla cena offerta grazie all'associazione l’Arca di Francesca. Nella giornata di Natale tanti i momenti di condivisione: a mezzogiorno la santa messa e poi alle 13 il pranzo di Natale offerto dalla onlus History Life.

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Il Natale alla Capanna di Betlemme di Chieti
Volontari e ospiti celebrano la nascita di Cristo nel centro d'accoglienza gestito dalla comunità Papa Giovanni XXIII

«Abbiamo acquistato il pranzo sia per gli ospiti della Capanna», dice il direttore Fortunato, «sia per portarlo a domicilio alle famiglie bisognose. In questa operazione ci aiuteranno gli amici dell’Ordine di Malta, pronti a occuparsi della consegna a domicilio». Il pomeriggio in Capanna continua con un altro grande must delle feste natalizie: la Tombolata con tanti premi utili.

Il giorno di Natale si chiude con nuove unità di strada che ripartono alle 19.30 dal centro d’accoglienza alla volta di Pescara per portare pasti caldi ai senzatetto. Sono pasti acquistati grazie alla fondazione Vincenzo Casillo. E non è finita qui, perché la Capanna di Betlemme prepara anche altre iniziative per la serata del 31. «In queste iniziative non siamo mai da soli», sottolinea Fortunato, che cita la “regia” dell’arcivescovo Bruno Forte e il sostegno di tante altre associazioni, a cominciare dalla Caritas diocesana: «Ognuno di noi è un dito. E quando lavoriamo insieme, riusciamo a fare due mani », conclude Fortunato.