Provincia, Fli vota no al bilancio

Di Giuseppantonio: il provvedimento su Tavoletta è ancora in itinere

CHIETI. «Gli assestamenti di giunta appartengono alla facoltà del presidente. Non ho comunicato al consiglio la destituzione dell'assessore Tavoletta perché il decreto è ancora in itinere». Il presidente della Provincia Enrico Di Giuseppantonio replica così alle ripetute proteste arrivate dai banchi dell'opposizione durante il consiglio provinciale di ieri che ha approvato a maggioranza, dopo una discussione fiume, gli equilibri di bilancio dell'ente. Luigi D'Alonzo, capogruppo del Fli, ha votato contro il partito di delibera presentato dal centrodestra.

Una chiara risposta politica all'allontanamento dalla giunta dell'assessore allo sport Silvio Tavoletta, Fli, decisa dal presidente Di Giuseppantonio su pressione del coordinatore provinciale del Pdl Mauro Febbo. Eppure ieri Tavoletta, scuro in volto, è rimasto assessore allo sport in carica per l'intero consiglio. Non a caso si è seduto per diversi minuti sul banco della giunta, di fianco al vice presidente della Provincia Antonio Tavani. Un'anomalia tutta burocratica, si è affrettato a spiegare Di Giuseppantonio, mentre il Fli ha visto nel ritardo di comunicazione del taglio di Tavoletta l'ennesimo colpo basso inferto dal duo Udc-Pdl.

Infatti senza comunicazione preventiva al consiglio nessun argomento può essere trattato in aula. Ovviamente l'opposizione ha aggirato l'ostacolo chiedendo, a più riprese, la parola "per fatto grave" al presidente del consiglio Enrico Rispoli.

Peppino Forte e Camillo D'Amico, entrambi del Pd, hanno preteso chiarezza dal presidente in merito al "caso Tavoletta." Polemici anche Nicola Tinari, capogruppo della Federazione di Sinistra, ed Eliana Menna, capogruppo dell'Idv.

Hanno difeso la scelta del presidente, motivata con l'esigenza di dare un nuovo assetto alla giunta per rilanciare l'azione amministrativa della Provincia, Fabrizio Montepara del Pdl e Giovanni Di Rito, capogruppo dell'Udc.

Poi ha rotto gli indugi Luigi D'Alonzo del Fli con un intervento che ha surriscaldato gli animi dell'aula.

«Vorrei che il presidente», afferma, «ci dicesse che intenzioni ha». Alla fine Di Giuseppantonio ha preso la parola.

«Il decreto che toglierà l'incarico di assessore a Tavoletta è in itinere. La mia stella polare è la moderazione che non si può avere solo quando si governa o in prossimità delle elezioni. Ricordo al centrosinistra che anche quando amministravano loro ci sono stati casi simili in giunta. Penso ad esempio», sottolinea il presidente, «alla destituzione dell'assessore Gianfranca Mancini», Come a dire "chi è senza peccato scagli la prima pietra" e che in fin dei conti la politica è questa. Comunque Di Giuseppantonio, tra le righe, ammette in aula l'imbarazzo creato dall'aut-aut impartito da Febbo seccato dal comportamento ostruzionistico tenuto da Tavoletta e dal Fli nell'ultimo consiglio comunale. «Ho accolto un suggerimento», dice il presidente, «anche se presentato in forma sui generis».

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